LA GAFFE DI VALENCIA
Valencia intanto ha messo il suo "like" a un post su Instagram di un tifoso che chiedeva l'esonero di Mourinho. «L'ho fatto senza leggere il testo che accompagnava la foto - si è giustificato oggi l'esterno colombiano via social -. Non è il mio punto di vista e mi scuso. Sostengo pienamente l'allenatore e i miei compagni di squadra e stiamo dando tutto per migliorare i risultati». Dopo il mezzo passo falso con gli spagnoli, il tecnico portoghese si è rifugiato dietro commenti sibillini, ammettendo di non poter esprimere apertamente il suo pensiero sulla rosa a sua disposizione. Reiterando - implicitamente, una volta di più - il suo scontento per la campagna acquisti dell'ultima estate. Ma di fronte alle durissime critiche di un'ex leggenda del club, Paul Scholes, che si è detto «disgustato dalle prestazioni» della sua ex squadra, Mou si è dimostrato insolitamente diplomatico: «Non ho nulla da rispondere a Scholes perché rispetto la sua opinione, come quella dei nostri tifosi che nella ripresa ci chiedevano di attaccare». Partita dopo partita, Mourinho appare sempre più solo e accerchiato, come un'inevitabile vittima sacrificale per una crisi che non trova soluzione. A sancire la sua sorte saranno le prossime due gare di Premier League, sabato in casa contro il Newcastle di Rafa Benitez, e sette giorni più tardi la trasferta sul campo del Chelsea di Maurizio Sarri. Il martedì successivo lo United riceverà all'Old Trafford la visita della Juventus, ma a quel punto Mourinho potrebbe già essere lontano. Magari diretto negli Stati Uniti, dove - secondo l'indiscrezione di 'Sport Illustrated' - è il primo candidato per la panchina della nazionale a stelle e strisce dopo l'addio di Bruce Arena.