Juventus da grande a perfetta con la rabbia di Ronaldo

CR7 torna in Champions dopo il rosso di Valencia e la squalifica: la sua fame può spingere i bianconeri ancora più in alto
Juventus da grande a perfetta con la rabbia di Ronaldo© Paolo Pavan ©

TORINO - Alla fine, Marco Fritz e Felix Brych, l’assistente di porta e l’arbitro che a Valencia avevano decretato l’ingiusta espulsione di Cristiano Ronaldo, potrebbero aver fatto addirittura un favore alla Juventus. Perché quell’assurdo cartellino rosso non aveva avuto alcun effetto sulla squadra di Massimiliano Allegri, capace di battere 2-0 il Valencia in 10 contro 11, e perché domani a Manchester contro lo United il tecnico avrà un Ronaldo più famelico che mai, dopo l’ingiusto digiuno forzato nella competizione che ama di più.

RABBIA DOPPIA - Un digiuno lungo 151 minuti, i 61 che mancavano alla fine al Mestalla e i 90 della partita con lo Young Boys saltata per squalifica, che ha impedito al fuoriclasse portoghese di regalare subito alla sua nuova squadra e ai suoi nuovi tifosi i suoi gol e le sue giocate nella competizione dove li desiderano maggiormente. Che gli ha impedito di tenere il passo di Leo Messi, già 5 gol, in quella classifica marcatori di Champions League che Ronaldo ha vinto negli ultimi sei anni. Che gli ha impedito, finora, di provare a rimontare Modric e gli altri rivali nella corsa al Pallone d’Oro. Il digiuno però è finito: Ronaldo domani sera tornerà in Champions e a Old Trafford con tutta la sua classe, con la rabbia accumulata in quei 151 minuti di stop forzato e con quella fresca per la mancata vittoria di sabato contro il Genoa. Rabbia, quest’ultima, condivisa dai suoi compagni, soliti cancellare ogni mezzo passo falso con prestazioni strepitose. Non con la rabbia per l’accusa di stupro, invece: perché CR7 vuole, e ha dimostrato di saperlo fare, tenere quella vicenda fuori dal campo. Né elemento di disturbo, né motivazione supplementare.

OSSESSIONE - Del resto, di motivazioni supplementari, non ha bisogno. La sua ossessione per la vittoria e per la perfezione come mezzo per raggiungerla è già assoluta: lo dicono la sua storia e il suo presente.

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