E se la Juve esce? Delusione sì, rovina no

Quali sarebbero le conseguenze di un'eliminazione? Danno emotivo e di immagine, ma il club resta solido
E se la Juve esce? Delusione sì, rovina no© www.imagephotoagency.it

TORINO - Nonostante qualcuno l’abbia già descritta come un’apocalisse, l’eliminazione agli ottavi della Juventus causerebbe più danni emotivi che pratici.

Conti alla mano, dando l’addio alla Champions League questa sera la Juventus incasserebbe 78,5 milioni di euro. Insomma, non proprio una miseria e non certo una cifra così bassa da aprire una voragine nei conti juventini, se non altro perché in linea con la media degli ultimi anni. Certo, la conquista della coppa porterebbe nelle casse bianconere una cifra tra i 120 e i 125 milioni di euro, ma parlare di «mancati ricavi» per 55 milioni significa calcolare la vittoria in Champions come obiettivo minimo della Juventus. Nessuno ai vertici della Juventus lo ha fatto, perché un conto è fissare l’obiettivo sportivo (e Agnelli è stato chiaro a Villar, vuole quella Coppa), un altro è dare per scontati ricavi che sono legati a ipotesi incalcolabili.

Il danno economico, quindi, ci sarebbe (andrebbe calcolato l’effetto dei mancati bonus degli sponsor, per esempio), ma non tale da causare un dissesto significativo. Per i club come la Juventus il dramma finanziario sarebbe non qualificarsi alla Champions o, in seconda battuta, non superare i gironi.

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Certo, un’uscita prematura potrebbe scalfire la nuova immagine della Juventus con Cristiano Ronaldo nella rosa e quindi potrebbe creare qualche inciampo nel rilancio del marchio a livello globale e nel ritocco dei contratti con gli sponsor. Ma la strategia di espansione bianconera non è così strettamente legata ai risultati sportivi, tra i quali non va comunque dimenticato l’ottavo scudetto consecutivo in arrivo. Detto che sul fronte del mercato la Juventus ha già messo in conto una cessione, nel caso di eliminazione precoce, quella cessione potrebbe essere più importante per fare cassa. Ma non è detto che sia davvero necessario. E i soldi per fare investimenti sul mercato ci sarebbero comunque.

Diverso è il discorso emotivo/sportivo. Uscire agli ottavi nella stagione in cui hai acquistato Cristiano Ronaldo è una figuraccia, perché le aspettative sono inevitabilmente lievitate con l’arrivo del giocatore più forte del mondo. Massimiliano Allegri ha perfettamente ragione nel rifiutare il termine «fallimento», perché le parole hanno un peso e un significato e non possono essere usate a vanvera.

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TORINO - Nonostante qualcuno l’abbia già descritta come un’apocalisse, l’eliminazione agli ottavi della Juventus causerebbe più danni emotivi che pratici.

Conti alla mano, dando l’addio alla Champions League questa sera la Juventus incasserebbe 78,5 milioni di euro. Insomma, non proprio una miseria e non certo una cifra così bassa da aprire una voragine nei conti juventini, se non altro perché in linea con la media degli ultimi anni. Certo, la conquista della coppa porterebbe nelle casse bianconere una cifra tra i 120 e i 125 milioni di euro, ma parlare di «mancati ricavi» per 55 milioni significa calcolare la vittoria in Champions come obiettivo minimo della Juventus. Nessuno ai vertici della Juventus lo ha fatto, perché un conto è fissare l’obiettivo sportivo (e Agnelli è stato chiaro a Villar, vuole quella Coppa), un altro è dare per scontati ricavi che sono legati a ipotesi incalcolabili.

Il danno economico, quindi, ci sarebbe (andrebbe calcolato l’effetto dei mancati bonus degli sponsor, per esempio), ma non tale da causare un dissesto significativo. Per i club come la Juventus il dramma finanziario sarebbe non qualificarsi alla Champions o, in seconda battuta, non superare i gironi.

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