Juve-Atletico Madrid: se

TORINO - Lo diciamo chiaro prima di Juve-Atletico Madrid, perché, dopo, sarebbe troppo comodo. L’impresa cui sono chiamati i Campioni d’Italia è ardua, non impossibile. La storia delle coppe europee è ricca di rimonte clamorose: in ordine di tempo, Ajax e Manchester United docent. E lo sa bene Cristiano Ronaldo, 697 gol in 964 partite, 122 gol in Champions League, della quale è il miglior marcatore di sempre e che ha vinto per cinque volte: una con il Manchester United e quattro con il Real Madrid che, ieri sera, ha riabbracciato Zidane. Il fuoriclasse portoghese e i suoi compagni di squadra credono nell’exploit come ci crediamo noi, perché nulla è impossibile e perché la Juve ha gli uomini e la forza per riuscire a eliminare l’Atletico Madrid, per quanto forte sia la squadra di Simeone.

Se tuttavia, e sottolineiamo se, stasera fossero gli spagnoli a passare il turno, celebreremmo la loro impresa, ma non parleremmo di fallimento né di Allegri né della Juve. Certo. La delusione sarebbe cocente, addirittura bruciante, sicuramente dolorosa per il club e per i suoi milioni di tifosi. Ma di delusione si tratterebbe, non di fallimento. Forse che in Spagna, quando Simeone ha perso due finali di Champions, nel 2014 e nel 2016, sempre contro il Real, l’allenatore e i suoi giocatori sono stati tacciati di avere fallito? Forse che la loro stagione è stata definita fallimentare? E come potrebbe essere chiamata tale, per Allegri e per la Juve? La Juve forte di 24 vittorie e 3 pareggi in 27 partite, con 18 punti di vantaggio sul Napoli secondo, 24 sul Milan terzo e 25 sull’Inter quarta, attende solo la certezza aritmetica dell’ottavo scudetto consecutivo, il quinto di fila dell’allenatore che, dal 2014 a oggi, ha vinto anche 4 Coppe Italia e 2 Supercoppe di Lega, guadagnando due finali di Champions nelle quattro edizioni precedenti l’attuale. I fallimenti sportivi sono un’altra cosa.