Coppa maratona, dal Bassano fino alla Juve

La squadra di Pioli ha iniziato dal 3° turno in agosto e ha poi eliminato il Varese, il Toro, il Milan e il Napoli
Coppa maratona, dal Bassano fino alla Juve© ANSA

ROMA - Serve un'impresa da Lazio. Perché il percorso che ha portato la Lazio in finale di Coppa Italia è proprio da Lazio. Stefano Pioli lo ripete ogni volta: «Meritiamo la finale perché abbiamo iniziato a fine agosto...». Per la precisione dal terzo turno per colpa del nono posto dello scorso anno. Per ritrovare una squadra che ha raggiunto la finale dopo aver iniziato così a ritroso occorre tornare alla stagione 2008- 09. Indovinate? Sempre la Lazio, ovvio. Dal 5-1 del 24 agosto 2008 rifilato al Benevento, i biancocelesti dell'allora tecnico Delio Rossi arrivarono fino alla finale del 13 maggio 2009 all'Olimpico, contro la Sampdoria: 1-1 (gol di Pazzini e Zarate) poi vittoria ai rigore. Ironia della sorte, un cammino molto simile a quello di quest'anno. Anche allora sulla sua strada la Lazio trovò il Milan, il Torino e la Juventus. E anche quest'anno il percorso è iniziato il 24 agosto. Di fronte il Bassano Virtus, squadra rivelazione della Lega Pro che ebbe il triste compito di testare da subito la nuova creatura di Pioli nella sua prima partita ufficiale. All'Olimpico fu una Caporetto per i concittadini di Federico Marchetti: 7-0 con doppietta di Keita, gol di Candreva, Klose, Parolo, Basta e anche la prima ed unica rete in biancoceleste di Stefan de Vrij. Lazio al quarto turno, che si giocò contro il Varese il 2 dicembre con i biancoclesti settimi in classifica in campionato. In sostanza all'Olimpico la pratica viene archiviata già prima della mezzora: un autogol di Simic e la rete al 26' di Djordjevic mettono in cassaforte la qualificazione. Una gara che avrebbe poco altro da dire, se non fosse che passerà alla storia per la prima esplosione di Felipe Anderson.

FELIPE BOOM! - Il brasiliano, fin lì tenuto in naftalina da Pioli, gioca tutta la partita per poi segnare all'80' il terzo gol e battere il suo primo vero colpo. L'infortunio di Candreva gli regalerà la conferma anche a Parma la domenica successiva, dove l'ex Santos segnerà il gol vittoria per non perdere più il posto. È un connubio prefetto, anche senza l'esterno azzurro la Lazio inizia a macinare vittorie e a metà gennaio la rincorsa in classifica è praticamente ultimata con il terzo posto alle spalle della Roma. Il 14 gennaio, appena tre giorni dopo un rocambolesco 2-2 nel derby d'andata con i giallorossi, la squadra di Pioli si affaccia sotto la Mole per far visita al Torino. In palio ci sono gli ottavi di finale di Coppa Italia, una pratica che i biancocelesti, imbottiti di riserve, liquidano senza grandi difficoltà nonostante i granata ce la mettano tutta. Al 13' sblocca subito Keita su contropiede, al 29' è Miroslav Klose a raddoppiare dopo una bellissima ascesa da destra di Danilo Cataldi. Anche qui, accanto al successo c'è la scoperta. Con il Varese Pioli svelò Anderson, con il Toro toccò al giovane ex Primavera farsi strada. Di quella partita si ricorderà proprio il post di Cataldi su Facebook: «Che bello, ho fatto un assist al giocatore più forte di sempre della Germania! Una bellissima serata!». Poco sposterà il gol di Martinez al 49' perché poi ci penserà un rigore di Ledesma a fissare il risultato sull'1-3.

POVERO PIPPO - Lazio ai quarti, con il calendario che riserva il Milan di Pippo Inzaghi, stavolta a San Siro solo 3 giorni dopo il 3-1 rifilato ai rossoneri in all’Olimpico, in campionato. Gara senz’altro più tosta, che la Lazio mette in discesa con una rete di Lucas Biglia al 38’ su rigore, per poi complicarsi a fine primo tempo per un’espulsione di Cana. I biancocelesti giocheranno tutta la ripresa in inferiorità numerica, ma nonostante il deficit riusciranno a qualificarsi in semifinale. Quella che affronta il Napoli all’Olimpico nella gara d’andata è invece la Lazio più in forma della stagione, che viene dalle prime tre delle otto vittorie di fila in campionato e che inizia ad insidiare non solo i partenopei ma anche la Roma nel discorso Champions. Il 4 marzo tra Pioli e Benitez però viene tutto rimandato al ritorno, con i biancocelesti che passano in vantaggio grazie alla terza rete in Coppa di Miro Klose (su splendido assist di Anderson), poi il gelo. Nella ripresa il Napoli torna a farsi sotto e con l’1-1 firmato Gabbiadini sembra mettere in discesa il discorso qualificazione. Il ritorno si gioca un mese e quattro giorni dopo, l’8 aprile. Al San Paolo va in scena la Lazio più cinica e solida della stagione, una corazzata che riesce ad assorbire ogni tentativo dei partenopei per poi colpire in contropiede al 79’ con Senad Lulic, ancora una volta re di coppa dopo il trionfo del 26 maggio. A fine partita, Pioli esulta: «Meritavamo la finale per il percorso lungo che abbiamo intrapreso, ma non abbiamo ancora vinto niente quindi pensiamo al campionato, perché dobbiamo portare a casa il massimo da questa stagione». Già, ormai i laziali ci sono abituati: con la Juve l’ultimo atto, poi di nuovo testa al campionato.

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