Pagina 2 | Juventus, primo "titulo". I giornali celebrano il "marchio" bianconero

TORINO - Il giorno dopo la vittoria della Coppa Italia della Juventus, le prime pagine dei principali quotidiani italiani esaltano la squadra di Allegri.  

La Stampa mette in mostra la forza dei bianconeri. «Marchio Juve», il titolo. «Aspettando il Triplete, la Juve festeggia la tripletta: nessuna squadra aveva mai vinto la Coppa Italia tre volte consecutive. E già questo dà l'idea di un dominio sulla concorrenza, evidente e prolungato». Anche Il Mattino ci tiene a sottolineare il fenomeno-Juve, soprattutto per la sua velocità nel conquistare il trofeo: «Dopo un quarto di partita il trofeo tricolore aveva già preso la strada di Torino. Nonostante il bruciante avvio dei ragazzi di Inzaghi, palo colpito da Keita, la Juventus ha fatto centro al primo, serio, tentativo dalle parti di Strakosha opzionando quasi subito risultato e Coppa».

FESTA ALL'OLIMPICO - FOTO

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Risalto anche alla sconfitta di Inzaghi. «Lazio, Coppa di traverso», titola il Messaggero: «Resta l'amaro per aver sbagliato troppo. Ma a vincere è stata la squadra prima in italia e tra le due più forti d'Europa. La Juve scrive la prima pagina di quello che può diventare un romanzo epico». Su La Repubblica si torna sulla durata della sfida. «Il sogno biancoceleste dura un palo e 11 minuti. Poi è soltato Juventus». «Nessuna impresa. Non sono bastate la fame di trofei della Lazio, né la spinta costante della Nord. All'Olimpico vincono semplicemente i più forti e l'ultima immagine, emblematica, è quella di Keita in lacrime che abbandona il campo. La Juve si prende la Coppa Italia e alla squadra biancoceleste restano solo tanti rimpianti per la sciagurata trasferta di Firenze...».

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Per Mario Sconcerti sul Corriere della Sera, la vittoria bianconera è motivo d'orgoglio per l'Italia intera. Lo dimostra il titolo: «L'espressione di un calcio moderno, profondo e intelligente». Nell'articolo si legge: «La partita della Lazio è finita sul palo di Keita. Aveva bisogno di contropiede e non l'ha più trovato. La Juve è andata in vantaggio, Parolo ha lasciato il campo, due episodi irrecuperabili. La Juve ha così trovato il primo trofeo della stagione. Non era facile, aveva Khedira e Pjanic fuori, tutto il suo centrocampo. Inzaghi si è trovato dopo dieci minuti con una squadra inadatta, piena di difensori e corridori, ma spezzata in due, senza capacità di costruire. È entrata in partita nella ripresa quando è arrivato Anderson e la Juve ha confermato il non correttissimo momento della sua difesa. Dani Alves mi è sembrato determinante. È stato comunque un grosso spettacolo dentro lo stadio pieno, avvolto dalla più grande burocrazia del Paese schierata dentro il lusso della partita. Una mescolanza di sport, show business e vecchia politica, un'italinità complessa, ma alla fine reale».  

 

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Risalto anche alla sconfitta di Inzaghi. «Lazio, Coppa di traverso», titola il Messaggero: «Resta l'amaro per aver sbagliato troppo. Ma a vincere è stata la squadra prima in italia e tra le due più forti d'Europa. La Juve scrive la prima pagina di quello che può diventare un romanzo epico». Su La Repubblica si torna sulla durata della sfida. «Il sogno biancoceleste dura un palo e 11 minuti. Poi è soltato Juventus». «Nessuna impresa. Non sono bastate la fame di trofei della Lazio, né la spinta costante della Nord. All'Olimpico vincono semplicemente i più forti e l'ultima immagine, emblematica, è quella di Keita in lacrime che abbandona il campo. La Juve si prende la Coppa Italia e alla squadra biancoceleste restano solo tanti rimpianti per la sciagurata trasferta di Firenze...».

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