Per Mario Sconcerti sul Corriere della Sera, la vittoria bianconera è motivo d'orgoglio per l'Italia intera. Lo dimostra il titolo: «L'espressione di un calcio moderno, profondo e intelligente». Nell'articolo si legge: «La partita della Lazio è finita sul palo di Keita. Aveva bisogno di contropiede e non l'ha più trovato. La Juve è andata in vantaggio, Parolo ha lasciato il campo, due episodi irrecuperabili. La Juve ha così trovato il primo trofeo della stagione. Non era facile, aveva Khedira e Pjanic fuori, tutto il suo centrocampo. Inzaghi si è trovato dopo dieci minuti con una squadra inadatta, piena di difensori e corridori, ma spezzata in due, senza capacità di costruire. È entrata in partita nella ripresa quando è arrivato Anderson e la Juve ha confermato il non correttissimo momento della sua difesa. Dani Alves mi è sembrato determinante. È stato comunque un grosso spettacolo dentro lo stadio pieno, avvolto dalla più grande burocrazia del Paese schierata dentro il lusso della partita. Una mescolanza di sport, show business e vecchia politica, un'italinità complessa, ma alla fine reale».