Dilettanti - Settimo-Pro Settimo Eureka, tutto sulla mancata fusione

I presidenti Ursillo e Pollastrini, insieme all'assessore Ghisaura, hanno spiegato tutti i dettagli che hanno riguardato i due club negli ultimi mesi
Dilettanti - Settimo-Pro Settimo Eureka, tutto sulla mancata fusione

Chiacchierata, abbozzata e in seguito congelata dopo averla praticamente annunciata. La fusione tra Pro Settimo Eureka e Settimo ha tenuto banco - come ogni anno - nelle scorse settimane, ma fino ad ora nessuna delle parti coinvolte, salvo qualche dichiarazione, si era esposta in maniera ufficiale. L'occasione per fare chiarezza una volta per tutte si è presentata mercoledì 22 giugno con una conferenza stampa congiunta voluta dall'Assessore allo Sport del Comune di Settimo Torinese, Antonello Ghisaura, alla presenza dei presidenti Marco Pollastrini ed Emiddio Ursillo. Ghisaura ha ribadito la posizione dell'Amministrazione, mentre i numeri uno delle rispettive società hanno spiegato le loro ragioni, non senza sorprese. In particolare nelle parole del numero uno viola che, seppur utilizzando toni garbati, ha di fatto accusato il suo collega di essersi tirato indietro quando tutto ormai era stato deciso.

«Che il Comune e che l'Assessore abbia tifato in maniera forte per la fusione è un dato di fatto - ha esordito Ghisaura -: l'ho detto prima e lo ribadisco ancora oggi. Ho tifato perché la fusione si facesse ma dall'altra parte credo di non aver mai preso le pistole e minacciato nessuno. Tutto nasce da un incontro con Pollastrini, il quale mi chiese di dargli una mano ad incontrare il Settimo per ipotizzare una fusione. Da lì son cominciate le chiacchierate, poi, per mille e una ragione non si è più fatto nulla. Ci sono delle condizioni che non si sono mai verificate in passato e continuo a pensare che prima o poi la fusione bisognerà farla, non soltanto per un problema - non urgente - di impiantistica sportiva».

Chiamato in causa, il presidente della Pro Eureka Pollastrini non nega le proprie responsabilità: «Confermo di aver fatto io il primo passo e poi un passo indietro dopo una attenta riflessione e me ne assumo la responsabilità. Sono convinto che la città di Settimo meriti una società unica e quando ci saranno le condizioni per arrivarci ritengo ci si debba lavorare. Il motivo per cui non è stata fatta la fusione non è per un disaccordo tra me e Ursillo, bensì per una difficoltà ad unire le basi delle due realtà. Il discorso non è chiuso».

A mettere pepe alla discussione ci pensa poi Ursillo, il quale in principio non aveva alcuna intenzione di unire le due società, salvo poi autoconvincersi che fosse la soluzione più sensata. «La fusione non la volevo ma una volta che mi sono convinto non puoi dirmi che non si fa più», il rimprovero del presidente del Settimo al suo collega, che poi insiste: «Se parliamo di fusione tutti devono essere convinti, ma se tu sei convinto (riferito a Pollastrini, ndr) non ascolti altri: ti siedi con me e facciamo la fusione anche in due minuti. Le persone che in questo periodo hanno remato contro lo hanno fatto per proteggere il loro posto ma non dobbiamo farci influenzare da nessuno. Io ne ho sofferto perché ci ho messo la faccia, non ho dormito la notte.. Ho subito un danno da questa vicenda, più che altro interno alla mia società. Al Settimo comando io e se è una cosa che fa bene alla città dobbiamo sederci e farla. Quando sarai convinto mi chiamerai, ma fino ad allora non voglio più riunioni, non voglio più parlare con nessun altro che non sia tu. Gli effetti li valuteremo in seguito e aggiusteremo ogni cosa, tutti verranno salvaguardati e nessuno resterà senza squadra».

L'incontro, che avrebbe dovuto essere chiarificatore, si è in realtà concluso con ulteriori dubbi e al momento diventa difficile ipotizzare una futura unione tra le società, gestite da due presidenti agli antipodi.

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