Dilettanti - Rivoli, i nuovi furbetti della panchina

Andreotti allena senza patentino e in partita ufficiale figura come dirigente accompagnatore, con Azzolina che difende la scelta societaria: «Chi si lamenta ha ragione, ma noi andiamo avanti per la nostra strada»
Dilettanti - Rivoli, i nuovi furbetti della panchina

Anno nuovo, storia vecchia. Trita e ritrita, in un mondo come quello dei dilettanti in cui alcune società rispettano le regole e altre le conoscono, ma si rifiutano deliberatamente di rispettarle. E' il caso del Rivoli, società appena sorta dalla fusione fra Brandizzo e Città Di Rivoli, che ha iniziato il campionato di Eccellenza e che già dalla prima gara di Coppa Italia ha deciso di ignorare le norme che riguardano gli allenatori. Una su tutte, quella che teoricamente dovrebbe essere inviolabile: chi non ha il patentino non allena. Ma sembra che il "diktat" dell'Aiac non valga per Marco Andreotti, il tecnico scelto in estate dalla famiglia Scozzaro e dal direttore generale Azzolina, che sta comunque guidando la compagine rivolese nonostante non possa farlo. Il trucco è semplice: basta figurare in partite ufficiali come giocatore o come dirigente accompagnatore e il gioco è fatto (l'esempio lampante è la gara di domenica scorsa contro il Cavour, nella quale come allenatore figurava il patentato Fabio Petrosino, mentre Andreotti era il dirigente accompagnatore rossoblù).

La presa di posizione di Azzolina

Le prove del fatto che Andreotti alleni, oltre che dalle reiterate indicazioni date dalla panchina ai giocatori a Cavour, arrivano direttamente dalla vivavoce di Azzolina, che spiega senza mezzi termini la situazione: «In estate ho scelto lui come allenatore perchè conosceva già molto bene la squadra ed è stato un giocatore professionista per anni. So perfettamente che teoricamente non potrebbe allenare, so che tante persone hanno sollevato la questione sui social network e hanno ragione, ma noi abbiamo preferito scegliere lui e andiamo avanti per la nostra strada». Azzolina si dilunga sulla questione Andreotti, spiegando i motivi che hanno condotto il Rivoli ad ignorare una norma che avrebbe dovuto impedire di allenare l'ex centrocampista classe '78: «Purtroppo in questo periodo non erano in programmi corsi di allenatore Uefa B, ma soltanto Uefa C, per cui Andreotti non ha memmeno potuto avere la possibilità di prendere il patentino. E' stato un professionista per anni, non avrebbe nemmeno avuto problemi ad essere ammesso al corso, per cui non capisco le troppe polemiche che lo hanno riguardato in questi giorni. Quando ci sarà il corso si iscriverà subito, su questo non ci sono dubbi».

Le parole di Bertolini

La replica istituzionale dell'Aiac di Torino non arriva, visto che il presidente Sebastiano Filardo (attualmente all'estero per motivi extra-calcio) resta vago: «Non conosco la situazione che coinvolge Andreotti e il Rivoli». A prendere posizione è allora il consigliere nazionale piemontese Giancarlo Bertolini: «Premetto che non conosco la situazione esattamente come Filardo, ma posso dire che se dovessimo ricevere delle segnalazioni procederemo a farlo presente all'ufficio inchieste. Ci vogliono delle prove per verificare che un allenatori stia realmente allenando senza patentino, prove che oggi non abbiamo. Di sicuro, così come non esistono deroghe nei professionisti, non ci sono nemmeno nei dilettanti, per cui per allenare in Eccellenza ci vuole il patentino Uefa B». Ma al Rivoli preferiscono recitare la parte degli smemorati. O semplicemente quella ben più stucchevole dei furbetti.

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