Dilettanti - Novese, dalla farsa al triste commiato

La società biancoceleste si congeda prima del turno infrasettimanale, con la squadra che non si presenta contro il Tortona. E scatta la radiazione per una delle realtà più antiche d'Italia
Dilettanti - Novese, dalla farsa al triste commiato

Dopo la commedia, il complotto mondiale contro la Novese: passa all’avanspettacolo la dirigenza – se ancora vogliamo chiamarla così – dei biancocelesti con una lunghissima mail dove l’unica cosa veramente importante viene detta nelle prime righe: “La USD Novese S.r.l., comunica a tutti gli organi di informazione ed alla città tutta, che nonostante abbia regolarmente perfezionato l'iscrizione al campionato 2016/2017, dopo una lunga e attenta riflessione ha deciso di rinunciare definitivamente alla propria attività, dopo la evidente rinuncia alle gare di Coppa Italia ed alle prime tre gare di campionato. Rinunciando anche alla prossima di campionato – la quarta giornata prevista per giovedì sera contro il Calcio Tortona - il club sarà ufficialmente radiato dagli Organi Federali e così calerà definitivamente il sipario sulla società Novese.” Fin qui, per assurdo, tutto bene: pareva quasi incredibile constatare che la dirigenza si accollava le proprie colpe e quantomeno esplicitava i propri piani mostrando totale disinteresse per il futuro della Novese, tanto da scrivere che della sorte dei biancocelesti “non ha mai interessato a nessuno, a partire dal Primo Cittadino, ed alla stessa città e quindi non vede come e perché avrebbe dovuto interessare solo ed esclusivamente all'attuale proprietà che per giunta è di Napoli.”

 

Dirigenza mai esistita

Ed è qui che – prima che parta una lunghissima tirata sulla storia dei biancocelesti che forse avrebbero dovuto studiare prima di prendere possesso del club e non dopo – casca l’asino, metaforicamente. Perchè per certe persone l’unico modo di dimostrare interesse verso una squadra è sostenerla economicamente in tutti i deliri della proprietà, dall’arrivo di giocatori da fuori regione senza che ci siano le garanzie di ospitalità a livelli minimi, all’iscrizione passando per ogni capriccio possa saltare in testa al plenipotenziario Battiloro o ai suoi sodali affidandogli capitali a fondo perduto per la sopravvivenza della squadra. Novi è, questo mi sento di dirlo, come ogni città piemontese un po’ chiusa in sé stessa, con alcuni limiti parossistici come la diffidenza nei confronti delle dirigenze immediatamente precedenti perché non novesi ma basaluzzesi o castellazzesi; francamente un po’ troppo, per i tifosi di un club che avrebbe voluto prendere parte all’interregionale o addirittura coltivare velleità di passaggio al professionismo. Ma da lì al fare la parte del Pantalone di turno foraggiando le fantasie di personaggi dal curriculum dubbio ce ne passa di acqua sotto i ponti. Soprattutto perché quello che questi personaggi dimostrano di non avere capito nemmeno con la loro ultima mail è che il percorso storico della Novese – a differenza del loro – non sarà stato nobile ma è sempre stato pulito, dignitoso e soprattutto apprezzato dalla cittadinanza. Far sparire una società nel proprio novantottesimo anno di vita, a prescindere dalle modalità del fallimento da loro visto come una fine inevitabile, adducendo come motivazione il fatto che “l'attuale espressione dirigenziale non abbia percepito un euro da parte di nessuno, a partire dalle Istituzioni, dalle Aziende e nello stesso tempo dalla città sportiva, ma di averci solo ed esclusivamente rimesso qualche soldino” è poco più che lo sfogo di chi sperava di poter fare la bella vita a spese altrui e purtroppo non c’è riuscito. La Novese ci lascia, non credo per sempre, ma dare la colpa del tutto alla mancata creduloneria dei novesi è il degno finale per questa dirigenza.  

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