Dilettanti - Filardo bis: «L'Aiac è una realtà viva»

Il presidente rieletto con una maggioranza schiacciante: «Guerra ai tecnici senza patentino, ma ci serve l'aiuto di arbitri e Lnd. E un "caso Livieri" non ci sarà mai più»
Dilettanti - Filardo bis: «L'Aiac è una realtà viva»

Squadra che (con)vince non si cambia. E così, con un autentico plebiscito, in settimana gli associati dell'Aiac Torino hanno rinnovato la propria fiducia a Sebastiano Filardo. Confermato presidente per il prossimo quadriennio con 205 voti a favore, contro le appena 63 preferenze raccolte dallo sfidante Mario Gatta. Filardo e squadra, si diceva. Con lui sono stati eletti nel consiglio direttivo Vitantonio Zaza, Franco De Meo, Donato Altieri, Pino Cristiano, Enzo Di Gianni e Massimo Battistello. «La tornata elettorale è stata un grande successo – esordisce lo stesso presidente rieletto –, nei numeri fatti registrare prima ancora che nei voti raccolti in prima persona. Hanno espresso la loro preferenza circa 300 allenatori, con una coda al seggio anche di un paio d'ore: cifre mai viste in precedenza».

 

E cifre che, in ultima istanza, confermano quanto di buono fatto nel corso dell'ultimo mandato.

«Un'affluenza così massiccia dimostra che l'associazione è viva. Evidentemente la nostra politica di coinvolgimento degli associati, con sempre più iniziative d'aggiornamento e serate di studio, ha dato i suoi frutti».

 

Formazione e ringiovanimento: i presupposti da cui ripartire nel nuovo quadriennio?

«Sono i nostri capisaldi, vogliamo che gli associati collaborino in sinergia e che ci sia sempre maggiore abnegazione nel lavoro rivolto a questa associazione. Con un occhio di riguardo alla comunicazione interna, fondamentale per coinvolgere i nostri tesserati: quando siamo arrivati noi non esisteva nemmeno il sito internet... E uno all'aggiornamento del database degli associati, grazie al quale monitorare l'attività di oltre 700 allenatori».

 

Per evitare magari il ripetersi dei troppi episodi di “furbetti” che allenano senza essere dotati del necessario patentino...

«Inutile negarlo: si tratta di un problema che esiste, dai noi come nel resto d'Italia. Purtroppo abbiamo a che fare con regolamenti poco limpidi: una situazione non è mai bianca o nera, ci sono sempre troppe zone di grigio. Ma noi non possiamo riscrivere i regolamenti, solo verificare i casi che vengono portati alla nostra attenzione. Come quello legato alla posizione di Marco Andreotti a Rivoli all'inizio di questa stagione, puntualmente denunciato alla Procura Federale. In ogni caso ho già proposto la creazione di una commissione ad hoc per monitorare i casi che ci vengono segnalati, per fare ulteriori passi avanti rispetto a quelli già fatti dalla scorsa stagione...».

 

Per esempio?

«Per esempio oggi il sistema informatico blocca i tesseramenti in qualità di dirigente da parte di allenatori dotati di patentino, per evitare casi simili a quello di Daniele Livieri l'anno scorso. Ma da soli non siamo in grado di estirpare questo male, abbiamo bisogno della collaborazione di due componenti: la classe arbitrale e la Lnd».

 

In quale modo possono contribuire a eliminare questa piaga?

«Un primo aiuto ci deve arrivare direttamente dal campo, quindi dal direttore di gara. Se una figura viene inserita in distinta come dirigente, non ha poi il diritto di interagire con la squadra nel corso della partita. Quando questo invece avviene, deve esserci segnalato. E poi, in seconda battuta, per fare ulteriori verifiche abbiamo bisogno che la Lnd ci metta a disposizione strumenti come la distinta ufficiale della gara, cosa che ad oggi non avviene».

 

Un problema ancora più evidente nel Settore Giovanile, dove diverse manifestazioni non richiedono la presenza di un allenatore patentato.

«Un'altra situazione difficile da affrontare, per altro da quest'anno estesa anche alla Scuola Calcio. Ma la responsabilità in questo caso è di chi organizza queste manifestazioni, operando la distinzione per esempio tra Campionato e Torneo. Una definizione anche degradante, quest'ultima. Sembra quasi che sia stata creata appositamente per tutelare quelle società che non sono in grado di reperire un allenatore con patentino...».

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