© EPATORINO - Alvaro Morata ha detto la sua, specificando pensieri, parole, opere, senza omettere nulla. I desideri sono chiari, adesso tocca al Real Madrid fare la sua parte: se possibile, evitando di procrastinare l’attesa. Lo chiede l’attaccante, innanzitutto, e la stessa Juventus avrebbe tutte le ragioni per spingere sull’acceleratore a caccia di certezze definitive: lo spagnolo resta a Torino o torna alla base? Nel secondo caso, cambia tanto: il mercato dei bianconeri è da sliding doors, ora come ora. I merengues possono esercitare l’ormai stramenzionata clausola di recompra fra il 1° e il 15 luglio. Non più tardi, altrimenti se ne riparlerebbe tra un anno esatto, però a condizioni economiche differenti: dai 30 milioni pattuiti ai 35 più 3 di bonus del 2017.
FARE NUMERO - Beppe Marotta sarebbe pronto a partire, ma soltanto se dalla capitale iberica giungessero segnali positivi in chiave juventina. Come un’apertura da parte del Real nell’ottica della “riacquisizione” di un cartellino già di proprietà bianconera: Morata è legato al club di corso Galileo Ferraris fino al 2020, come recita il rinnovo firmato a dicembre con tanto di ingaggio rivisto al rialzo: 3,2 milioni netti. Non lo stipendio di Paul Pogba, o Sami Khedira, o Mario Mandzukic, ma non è questo il punto. Se l’attaccante - reduce dalla doppietta rifilata alla Turchia all’Europeo con le Furie Rosse - non ha chiuso accordi con la Juventus, il motivo va ricercato nel fatto che - al di là dell’opposizione realista - in bianconero non avrebbe la sicurezza di giocare titolare. E nella stagione passata è stato fin troppo chiaro quanto Massimiliano Allegri conti sulla coppia composta da Paulo Dybala e dal croato. Così l’entourage di Alvarito si guarda attorno da un pezzo, registra il fortissimo interesse del Chelsea (pronto a offrire 50 milioni al Real Madrid e 6 l’anno al giocatore; le rispettive richieste si attestano sui 60 milioni e intorno ai 7), fa presente ai vertici della società campione d’Europa che i blues premono.