Morata: «Grazie ad Agnelli, alla Juventus, ai tifosi...»

La lettera dello spagnolo per l'addio ai bianconeri: «Orgoglioso di aver indossato questa maglia»
A luglio 2014 arriva la coppia Morata-Coman© www.imagephotoagency.it

TORINO - «Ciao a tutti, non è facile per me scrivere questa lettera. In primis voglio ringraziare tutte le persone che hanno creduto in me, che hanno puntato su di me e che mi hanno trattato benissimo affinché io fossi felice alla Juventus e a Torino.
Grazie al presidente Andrea Agnelli, a Pavel Nedved, John Elkann, Giuseppe Marotta, Matteo Fabris e, soprattutto, a Fabio Paratici e Javier Ribalta... Grazie a tutte le persone che lavorano per questa grandissima società che è la Juventus. Magazzinieri, fisioterapisti, dottori, corpo di sicurezza, cuochi... Insomma grazie a tutti coloro che fanno parte della Juve.
Grazie ovviamente a tutti i tifosi juventini di tutto il mondo per il grande sostegno e l'affetto che non mi hanno mai fatto mancare. Grazie all'allenatore per la fiducia riposta in me e per avermi fatto diventare un calciatore migliore, ai capitani per prendersi cura di me con tanta dedizione e ai miei compagni di squadra per tutti gli incredibili giorni passati con loro, perché è stato spettacolare vincere con loro.
Rimango segnato da questa società, dalla sua storia e da tutti voi. Ovunque mi troverò mi sentirò sempre uno juventino e potrò dire orgoglioso e ad alta voce che ho indossato la maglia della Juventus e di essere stato campione con questa squadra. Grazie ancora una volta a tutti per avermi permesso di essere parte di questa famiglia.
Con tutto il mio affetto
Alvaro Morata
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INGAGGIO DA VIP, JUVE IMPOTENTE - Morata saluta il mondo Juve con grande affetto. E lo saluta definitivamente. Probabilmente non resterà al Real Madrid che l’ha ricomprato. In Premier sono pronti a triplicargli l’ingaggio bianconero e così gli passerà la nostalgia di Torino. E i blancos ci guadagneranno un sacco, anche se Zinedine Zidane vorrebbe tenerlo. Sessanta migliori fanno gola anche a Florentino Peres. E i sentimenti, si sa, nel calcio contano fino a un certo punto. A Torino, Alvaro ha vinto due scudetti e coppe, non la Champions come a Madrid, però. E non era padrone del suo destino. E neppure voleva alzare la voce, in realtà. E’ il calcio al tempo dello svincolo e del potere contrattuale in mano ai big. Ciao Morata, la Juve riuscirà a lanciare un altro ragazzo all’altezza.

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