© LaPresseTORINO - Descrivono Pep Guardiola come «arrapato» e disposto a tutto per di prendersi Leonardo Bonucci. Descrivono Beppe Marotta piuttosto tranquillo nel respingere il secondo tentativo del Manchester City che sarebbe salito a 60 milioni di offerta per la Juventus e 8 a stagione per il difensore (cifre riferite dai media inglesi, non confermate in Italia, dove comunque si parla di consistente rilancio). Bonucci, insomma, rimane incedibile e gli inglesi dovranno farsene una ragione (anche il Chelsea che è stato segnalato come pronto a inserirsi in un’eventuale asta), anche se con il salire delle cifre il rischio di qualche vertigine in Corso Galileo Ferraris potrebbe anche esserci. Vertigine, non dubbi perché l’incedibilità di Bonucci si fonda su pilastri tecnico-tattici solidissimi: l’azzurro, infatti, non è solo un formidabile difensore, ma un essenziale regista arretrato per la squadra. Ritrovare queste due caratteristiche in un altro giocatore sul mercato è virtualmente impossibile e questo spiega le follie che è disposto a compiere Guardiola e il fermo “no” opposto da Marotta, solitamente non insensibile a cifre con tutti quegli zeri.
IL BLITZ - E anche Bonucci, da parte sua, non sembra essere turbato dall’assalto di Guardiola. Il suo agente Alessandro Lucci ieri era a Londra e fra i vari appuntamenti c’era anche quello con il Manchester City, con cui fare il punto della situazione, ma il blitz londinese non significa che Bonucci e il suo entourage stiano apparecchiando la trattativa, anzi. La posizione del difensore è piuttosto chiara: non ha intenzione di lasciare la Juventus, ma non può non ascoltare un’offerta di quell’entità, si trova benissimo alla Juventus, ma a questo punto ritiene che la sua incedibilità debba trovare riscontro in un adeguamento del contratto. Tutto piuttosto normale considerata la situazione.