Italia, Parolo: «La Nazionale dell'orgoglio»

Il centrocampista della Nazionale: «Se quel gol lo avesse fatto Ronaldo al posto di Eder...»
Italia, Parolo: «La Nazionale dell'orgoglio»© LaPresse

MONTPELLIER - «C’è chi ha più corsa, tecnica, cattiveria, qualità… L’importante - sottolinea Parolo - è che tutti mettano ciò che hanno. Eder, ad esempio, ci ha messo qualità: se l’avesse fatto Ronaldo, il gol che ha fatto lui, se ne parlerebbe come del gol del torneo… Ci sono giocatori che hanno i colpi, più d’uno in azzurro. Il fatto di non identificarci in un solo giocatore è una forza. Dovremo essere una Nazionale d’orgoglio che deve trascinare le persone con entusiasmo: pride, è questo il nostro slogan. Orgoglio».

SENZA MATERASSI - «Tante grandi squadre stanno faticando perché c’è un innalzamento medio delle altre nazionali. Non ci sono più le squadre materasso, e tutte le squadre sanno leggere con attenzione le avversarie dal punto di visto tattico».

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EUROPEI PROMOSSI - «Siamo in un contesto che ci permette di giocare al massimo, gli stadi sono bellissimi. Si vede che dietro la manifestazione c’è la voglia di vivere il calcio e superare le paure. Se si va allo stadio con questa voglia di tifare, è perfetto».

PROVA DEL 9 - «Partite che contanti poco per il mister, non ce ne sono… Già dopo la Svezia, ha iniziato a martellarci sull’Irlanda. Vincere aiuta a vincere. Chiudere il girone a 9 punto sarà un’altra prova di forza e di carattere. Vogliamo portare a casa i tre punti. Le due vittorie ci hanno dato consapevolezza del fatto che ciò che stiamo facendo è giusto. Eran due partite difficili, le abbiamo affrontate nel modo giusto subendo molto poco. Mister è stato bravo a prepararle. Non so dove arriveremo, ma sicuramente avremo dato tutto noi stessi. Chiunque voglia batterci deve sapere che dovrà dare l’anima e che noi daremo il massimo».

CERCANDO IL GOL - «Licenza di segnare ne ho… In area bisogna cercare di esserci, bisogna portare superiorità numerica. Spero di beccarla ‘sta porta prima o poi. Comunque sono molto contento del nostro centrocampo: il mister ci chiede di mettere pressione agli avversari per metterli in difficoltà e far forzare le giocate. Mi piace questo approccio, perché induce ad esser sempre concentrati, attenti».

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ANTIPERSONAGGIO - «Io sono fatto così, non mi piace essere sui social. Mi piace fare questo tipo di vita. Io penso che in tutte le Nazionali italiane che hanno vinto ci sono stati personaggi così, che passano magari inosservati però danno una mano. Facile essere ricordati essendo personaggi, che basta fare una mezza cosa e fai notizia… Ma arrivare in Nazionale così, da ancora più soddisfazione».

IL MAESTRO - «A Tardelli vorrei “rubare” tutto. Un centrocampista completo, da fase difensiva e offensiva. E magari qualche gol».

RIVALSA - «Io nella mia carriera ho vissuto parecchio con critiche e necessità di farsi apprezzare gradualmente. Fa parte del mio percorso ed è una forza. Ti dà stimoli, ti fa venire voglia di dare il massimo per far vedere quanto puoi fare davvero».

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GAVETTA - «Cosa mi ha portato qui? Alzare sempre il mio limite, così puoi scoprire sempre te stesso, io lo faccio ancora a 31 anni. Mi sento un 31enne giovane».

LA CHAT - «La chat di gruppo ce l’abbiamo. Sirigu è il più attivo. Bisogna comunicare nel nord, nel centro, nel sud. Non sempre c’è la traduzione simultanea…».

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