Euro 2016, Conte avverte la Spagna: «L'Italia può farti male»

Il ct azzurro: «Sento parlare di Morata, Nolito, del loro attacco: ma pensiamo anche alla nostra fase offensiva»
Euro 2016, Conte avverte la Spagna: «L'Italia può farti male»© EPA

PARIGI (Francia) - Conte è in bilico, tra una Brexit pallonara (e l’approdo anticipato a Londra in quel di Chelsea) e l’incredibile sogno di un’Italia desiderosa di sorprendere tutta l’Europa: domani contro la Spagna. Ma c’è ben poco da illudersi. Nessun volo pindarico: solo così si può sperare davvero di sollevarsi da terra. Ecco, allora, le parole di Conte alla vigilia dell’ottavo di finale contro le Furie Rosse. “Noi abbiamo grandissimo rispetto nei confronti della Spagna, è una delle squadre più forti al mondo, è una delle favorite per la vittoria finale, qui in Francia. Detto questo, ci siamo preparati, abbiamo lavorato: è una partita senza domani, per una delle due squadre, e proprio per questo motivo sarà decisivo il responso del campo”.

ZERO RIMPIANTI - “Deve accadere quello che ho sempre detto. Non dovremo avere alcuna recriminazione, dovremo dare tutto, sempre, in ogni partita. Come dico ai ragazzi, se poi l’avversario si dimostrerà più forte, noi saremo i primi ad applaudire. Ma se questo non dovesse accadere, allora voglio che vinciamo noi”.

ECCO COME SI VINCE - “La partita dobbiamo cercarla di vincere tutti assieme nella fase offensiva, provando a far male alla Spagna. Sento tanto parlare di difesa, di difesa e ancora di difesa, di fronte ai loro campioni: Iniesta, Morata, Nolito e via dicendo. Ma anche noi possiamo fare male a chiunque in qualsiasi momento, palla al piede. Siamo organizzati nella fase difensiva, ma pure in quella offensiva. Cerchiamo di farla nel migliore dei modi, allora, per tentare di compiere un’impresa. Perché passare il turno significherebbe davvero fare un’impresa”.

QUALCOSA DI STRAORDINARIO - “Anche loro arrivano da una sconfitta (contro la Croazia, ndr), come noi. E le sconfitte portano sempre qualcosa in più quanto a rabbia concentrazione. Avrei preferito sfidare una Spagna più morbida, che veniva da una serie di vittorie. Abbiamo analizzato la loro sconfitta con la Croazia, ma è stata una gara molto strana e particolare: gli spagnoli potevano ammazzare la partita, poi nella ripresa hanno perso. Ma hanno giocato lo stesso bene: grande movimento, grandi tagli. Noi comunque non siamo venuti qui per fare le comparse e cercheremo di dimostrarlo. Se usiamo la ragione, perdiamo. Noi dobbiamo andare al di là della ragione, per fare qualcosa di straordinario. L’ordinario non basta. E sono convinto che i ragazzi che ho siano capaci di fare anche questo”.

BARZAGLI SFIDA MORATA

CORRERE - “E’ una vigilia importante, come quelle nelle qualificazioni o qui in Francia prima della partita col Belgio. E’ qualcosa di fantastico e straordinario esser qui: sai che c’è un popolo dietro di te che è pronto a soffiare per spingerti. E’ una vigilia di grandi responsabilità, per me, e non solo di grandi emozioni. Ma so di avere ragazzi straordinari, pronti a giocarsi un ottavo di finale in salita. Siamo davvero pronti a giocarci tutte le nostre carte. Sono convinto che anche domani diremo la nostra. Contro il Belgio abbiamo stabilito il record di questo Europeo quanto a chilometri percorsi. Il nostro calcio è fatto molto in verticale, non cerchiamo un possesso palla sterile, ma corriamo molto e dobbiamo metterci sempre tanta intensità. Stiamo bene da questo punto di vista, ci siamo preparati per giocare ogni 4, 5 giorni. Faremo una gara intensa, sarà una partita in cui dovremo correre tanto, ma anche giocare al calcio. Se vogliamo andare avanti, non basterà difenderci bene, ma dovremo essere bravi anche nella fase di non possesso”.

NIENTE E’ IMPOSSIBILE - “Niente è impossibile, altrimenti sarebbe tutto troppo semplice. Sarebbe brutto se non fosse così, si toglierebbe il sale della vita. Si lavora sempre per battere il più forte, per sovvertire i pronostici, anche in una lotta impari. E’ questa la bellezza del calcio, ma vale anche nella vita. Io non voglio tornare a casa, e pure i ragazzi non vogliono tornare a casa. Non siamo la vittima sacrificale della Spagna. Né vogliamo diventarlo”.

DALLA JUVE A TAVECCHIO - “E’ difficile paragonare questa esperienza con le difficoltà incontrate con la Juve, quando ereditai due settimi posti in campionato (poi, con Conte, arrivarono 3 scudetti; ndr). Sì, quando ho accettato di diventare ct sapevo che avrei dovuto affrontare nuove difficoltà. Ma queste mi intrigano, mi esaltano e mi fanno dare il meglio. Difatti ho accettato molto volentieri l’incarico, ho colto l’occasione al volo. Tornando alla Spagna, non so se possa aiutarci tatticamente quanto successe alla Spagna contro il 3-5-2, 2 anni fa (il modulo tattico nostro, nonché degli avversari delle Furie Rosse ai Mondiali del 2014: e gli spagnoli furono subito eliminati; ndr). Leggo la formazione della Spagna e ho grande rispetto. Leggo i nomi della loro panchina, e ho ancora più rispetto. Ma non cambierà nulla per noi, in base a chi farà giocare Del Bosque. Conta quello che dobbiamo fare noi, preoccupiamoci innanzi tutto di questo”.

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