© EPAPARIGI - “Alvaro è ancora un ragazzo - risponde subito Buffon -, a volte non ha neanche lui la consapevolezza di quanto è forte. Ma ha dote da grande calciatore: nei grandi eventi lui spesso fa gol. La Spagna non è solo Morata, ma lui è il pericolo numero uno. A inizio stagione Alvaro non attraversava un momento felice e tendeva a deprimersi, a trovare piccoli alibi e piangersi addosso. Gli dissi che se avesse smesso di piangersi addosso, avrebbe ricominciato a fare la differenza. Così è stato: è intelligente, è giovane, ascolta. Ciò che sta facendo è la dimostrazione di tutto ciò”.
FEBBRE AZZURRA - “L’emozione c’è sempre, anche alla mia età. I dopogara importanti sono sempre condizionatI da delle febbri che non vengono mai per caso, ma per come viVo determinate sfide… Ho una conoscenza maggiore su come approcciare questi match, ma la bellezza dello sport sta proprio nel sentire queste gare e viverle come se fossero la cosa più importante e più bella di una parte della tua vita, anche a 38 anni”.
VOGLIA DI RIVINCITA - “Nelle ultime 4 gare che valevano, tra Italia e Spagna, ci sono stato sempre. L’unica sconfitta netta è stata quella dell’Europeo del 2012, ma arrivammo strapazzati emotivamente e fisicamente a quella gara. Nelle altre tre, ci sono stati due pareggi al 120’ e un pareggio al 90’. Vuol dire che siamo riusciti a farci valere e a creare qualche grattacapo alla squadra più forte del mondo. La Spagna ha vinto in ogni emisfero e in ogni competizione, l’unica squadra che l’ha fatta soffrire è stata l’Italia”.
OBIETTIVO MONDIALI - “Io nella mia testa voglio prosegue per altri due anni, ai massimi livelli come ora. Se le mie prestazioni piaceranno anche al nuovo ct, sarò contento di poter far parte ancora della Nazionale italiana”.