MONTPELLIER - Sì, sì e ancora sì. Mancava lui, tra gli arbitri anti-Conte per eccellenza. Dai, che ora ce la possiamo fare. Le nostre speranze di "remain" sono improvvisamente lievitate come il pane. È bastato sentir risuonare un nome, Cakir. Ti chiediamo una cosa sola, caro arbitro turco: fai il tuo come sai, perbene. Ciò che conta, in queste ore di exit poll sul risultato di Italia-Spagna, è solo la tua presenza. Facciamo due conti. Il primo arbitro per gli azzurri è stato l'inglese Clattenburg, che aveva partecipato all'eliminazione della Juventus (di Conte) dall'Europa League 2014, match di ritorno col Benfica. E l'anno prima, in primavera, aveva colpito in Bayern-Juve 2-0 di Champions, scivolo verso l'uscita. Invece, qui in Francia: Italia-Belgio 2-0, a Lione.
Poi a Tolosa abbiamo avuto l'ungherese Kassai, in campo in Juventus-Galatasaray 2 a 2 nella Coppa delle grandi orecchie, autunno 2013: un pareggiaccio che a Conte fece girare a manetta le eliche e segnò uno spartiacque verso una nuova Brexit salentina. E cosa è capitato la scorsa settimana? Italia-Svezia 1-0, di venerdì 17 con a segno una maglia numero 17 (Eder). Successivamente, siamo passati al rumeno Hategan. Nessun precedente significativo con Conte, "difatti" gli irlandesi ce le hanno suonate di brutto, a Lilla.
Ora si materializza Cakir: l'arbitro del 24 aprile 2014, Benfica-Juve 2 a 1, il prologo (per Conte) del colpo di machete di Clattenburg a Torino. D'accordo, Cakir è stato anche il 4° uomo nella finalissima di Euro 2012, 4-0 per la Spagna sull'Italia. Poi, un anno fa, a Berlino, ha diretto la vittoria del Barcellona per 3 a 1 sulla Juve, finale di Champions. Però c'erano rispettivamente Prandelli e Allegri, in panca. Mica Antonio da Lecce. Che col turco di Istanbul, dottore in Economia aziendale, ha avuto più di un precedente. Ma, chiaramente, a noi interessa solo l'ultima volta che il Conte bianconero lo ha guardato in faccia.
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