Italia, Conte: «Siamo anche belli da guardare. Con la Germania servirà un'impresa titanica»

Il ct azzurro dopo la vittoria contro la Spagna che ha regalato i quarti: «Ho un verbo che non tradisce, lavorare! Non siamo solo sporchi, brutti e cattivi»
Italia, Conte: «Siamo anche belli da guardare. Con la Germania servirà un'impresa titanica»© EPA

PARIGI (Francia) - Antonio Conte è l’artefice di un capolavoro destinato a essere ricordato e ogni volta celebrato, deputato a passare alla storia come una di quelle grandi imprese che hanno costellato la storia della nostra Nazionale. In tribuna, sua moglie e sua figlia. In campo, lui, e i suoi nuovi eroi.

STUPORE - «Questi ragazzi mi stupiscono sempre, tirano fuori ogni volta qualcosa di straordinario. Siamo stati straordinari. Io lo sapevo che questi ragazzi hanno dentro qualcosa di importante, qualcosa fuori dall’ordinario, perciò sono stato buon profeta. Lo avevo detto prima della partita, non dopo che è facile. Ora dobbiamo recuperare perché con la Germania (sabato a Bordeaux, ndr) ci aspetta un’altra partita tosta».

ITALIA-SPAGNA 2-0, GLI AZZURRI AI QUARTI

GERMANIA - «Veniamo da un’amichevole persa 4 a 1 a marzo. Affronteremo in assoluto la squadra più forte dell’Europeo. Con la Spagna abbiamo compiuto un’impresa. Dovremo farne un’altra, ma titanica. In più abbiamo Thiago Motta squalificato, e De Rossi ha preso una botta all’anca, e non so se potrà farcela a recuperare. Valuteremo le sue condizioni da domani in poi. Vedremo se De Rossi potrà recuperare al 100%. Perché contro la Germania dovrò avere tutti giocatori al 100% o più. Spero di recuperare De Rossi, ma è chiaro che nei prossimi allenamenti dovrò anche valutare delle alternative. Ora godiamoci un attimo questa vittoria, poi penseremo ai tedeschi. Che sono di un livello superiori a tutti. Servirà recuperare le forze. Non basterà fare cose straordinarie, dovremo fare cose superstraordinarie. Ripeto: abbiamo fatto un’impresa, ma ora ci aspetta un’impresa titanica, perché la Germania è la squadra più forte in assoluto. Intanto abbiamo di nuovo dimostrato che l'Italia non è catenaccio».

GRUPPO SPECIALE - «Ho sempre detto fin dall’inizio, 2 anni fa, che l’unica strada che possiamo avere per toglierci delle soddisfazioni era diventare come un club. Una squadra vera, non una selezione e basta. E’ un momento non facile per il calcio italiano a livello di talenti. Per cui dobbiamo essere squadra su tutti i punti di vista. Questa è stata la battaglia che ho condotto in questi due anni per far capire a tutti alcune cose. Ed è la quarta partita, qui in Francia, che siamo stati squadra. Sono contento per i ragazzi, è da un mese che lavoriamo tanto per sorprendere tutti. Credo che in parte ci siamo già riusciti. La Spagna resta una delle squadre più forti al mondo, e penso anche alla loro panchina, non solo ai titolari. Gli spagnoli continuano a vincere la Champions e l’Europa League. Questo ci deve riempire il cuore di orgoglio. All’inizio la lotta era impari. E poi è finita come è finita. Noi ci alleniamo tanto e con scrupolo per fare meglio dei nostri avversari. I calciatori stanno dimostrando di avere grandi meriti. Ci siamo qualificati in anticipo all’Europeo. E poi qui siamo stati gli unici a raggiungere gli ottavi da primi dopo appena due partite. Ho davvero un gruppo di ragazzi speciali, fantastici. Un gruppo che potrà diventare ancor più forte nel prossimo biennio». 

SETE INFINITA - «Purtroppo noi abbiamo giocato un giorno dopo la Germania, quindi loro hanno 24 ore in più per recuperare, da qui a sabato. Dopo il 4 a 1 incassato da loro a marzo, in amichevole, la nostra fiducia è caduta molto in basso. Ora la stiamo rialzando, la nostra autostima. E questa vittoria con la Spagna ci aiuterà molto, per il futuro. Ma non dovrà colmare la sete di vittorie, la voglia di stupire, per far parlare tutti di noi. Sarò attento nei prossimi giorni a fare in modo che la sete nostra resti grande. Non dobbiamo sentirci appagati, anche se ora si può festeggiare. Ma da domattina a Montpellier dovremo subito iniziare a pensare alla Germania».

IL LAVORO - «Ho un verbo che non tradisce: lavorare. Il lavoro nobilita l’uomo e permette di raggiungere anche risultati impossibili. Ho sempre fatto così, anche da giocatore. E noi non siamo solo sporchi, brutti e cattivi. O bastardi in difesa, come ci ha definito la stampa francese. Siamo anche belli, piacevoli da guardare. Cerchiamo di trasmettere sempre dei valori».

DI NUOVO CT, IN FUTURO - «Ho un gruppo di giocatori speciali che stanno riempiendo di orgoglio il cuore di tutti gli italiani. Tutti danno tutto dal primo all’ultimo secondo. I giocatori mi definiscono un animale da campo. Io mi affeziono tanto alle persone con cui lavoro. Ma devi anche capire se poi ti permettono di fare ciò che vuoi. Per questo ho preso la mia decisione, tempo fa, e in futuro farò un’esperienza all’estero (al Chelsea, ndr). Mi auguro un giorno di sedermi di nuovo su questa panchina. Le emozioni che dà allenare l’Italia non può darle nessuna altra squadra».

LA BATTUTA - «Avevo detto: battiamo anche l’Eire, perché non voglio avere rotture di scatole. E poi abbiamo perso e siamo stati ricoperti di critiche! Ma forse è stata una lezione... propedeutica!».

I CHILOMETRI - «Quanti chilometri percorro davanti alla panchina in partita? In effetti un nostro preparatore un giorno mi disse di indossare il Gps, per misurare il tutto! Diciamo che così mi tengo in forma!».

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