Roma, Mourinho: "Vittoria emblema del nostro lavoro. Col Siviglia sarà durissima"

L'allenatore dei giallorossi dopo il pareggio in casa del Bayer Leverkusen che è valso il biglietto per Budapest

LEVERKUSEN (Germania) - È il trionfo di José Mourinho. Pur senza tirare mai in porta, la Roma supera indenne la semifinale di ritorno a Leverkusen, pareggia 0-0 e si qualifica per la finale di Europa League. Dopo aver vinto la Conference League l'anno scorso contro il Feyenoord, i giallorossi guidati dal tecnico portoghese adesso andranno a Budapest e potranno tentare il bis della seconda competizione Uefa. Prima di parlare del match, però, il lusitano ha voluto spendere un pensiero per l'Emilia Romagna: "Voglio mandare un messaggio a nome di tutti noi. Forza! Perché nelle difficoltà riesci a trovare il meglio di te stesso. Sicuramente adesso è un momento di grande festa a Roma, ma non possiamo dimenticare la tristezza e le difficoltà della gente dell'Emilia Romagna. Noi come gruppo non possiamo dimenticare questo".

Mourinho, vittoria del gruppo

Mourinho poi ha parlato della partita: "Questa è la mia squadra. Guarda ai piccoli dettagli. Se non abbiamo Smalling in panchina magari non vinciamo questa partita. Perché quando perdi Spinazzola e dopo Celik, se non avessimo avuto lui sarebbe stato molto difficile. Contano i piccoli dettagli, anche di chi ha lavorato con Smalling, che ha messo tutto per cercare di recuperarlo. Sono ragazzi che danno tutto. Questa partita è l'emblema del nostro lavoro. Di esperienza, di saggezza tattica, di saper stare nella partita e mandarla nella nostra direzione, di nascondere i nostri problemi. Una squadra incredibile. Se posso chiedere una cosa in più ai romanisti, se posso, questi ragazzi meritano qualcosa di speciale lunedì, quando partiremo da Trigoria per andare a giocare". Di certo Mourinho è nella storia giallorossa, con due finali consecutive europee in un club che prima del suo arrivo non aveva mai vinto nulla in competizioni Uefa: "La mia preoccupazione non è essere nella storia della Roma, ma aiutare i ragazzi a fare cose importanti, a crescere. E aiutare i romanisti, che mi hanno dato tanto dal primo giorno. Voglio fare sempre il massimo per portare gioia a questa gente. Oggi sicuramente è un'emozione molto grande per arrivare a un'altra finale europea".

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Sulla finale contro il Siviglia

Poi sull'esultanza contenuta: "L'agilità ancora non è un problema e l'esperienza non gioca un ruolo perché la pressione e la gioia si sentono lo stesso. Semplicemente ho dififcoltà a giocare contro i miei amici. Durante la partita si dimentica, non mi piace festeggiare in faccia ai miei amici. E Xabi Alonso sta facendo un lavoro eccezionale, lui è uno dei miei". Mentre parlava, Mourinho viene interrotto per l'ufficialità del passaggio del turno del Siviglia e della Fiorentina: "Tre finali europee, tre squadre italiane. Penso che sia una cosa fantastica per il calcio italiano. Nel nostro caso, Juve o Siviglia sono due squadre fortissime. La mia preoccupazione è sempre stata andare in finale. Il Siviglia è una squadra fortissima, con una grande esperienza, sarà durissima per noi. Andiamo là, ma ci pensiamo dopo". 

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LEVERKUSEN (Germania) - È il trionfo di José Mourinho. Pur senza tirare mai in porta, la Roma supera indenne la semifinale di ritorno a Leverkusen, pareggia 0-0 e si qualifica per la finale di Europa League. Dopo aver vinto la Conference League l'anno scorso contro il Feyenoord, i giallorossi guidati dal tecnico portoghese adesso andranno a Budapest e potranno tentare il bis della seconda competizione Uefa. Prima di parlare del match, però, il lusitano ha voluto spendere un pensiero per l'Emilia Romagna: "Voglio mandare un messaggio a nome di tutti noi. Forza! Perché nelle difficoltà riesci a trovare il meglio di te stesso. Sicuramente adesso è un momento di grande festa a Roma, ma non possiamo dimenticare la tristezza e le difficoltà della gente dell'Emilia Romagna. Noi come gruppo non possiamo dimenticare questo".

Mourinho, vittoria del gruppo

Mourinho poi ha parlato della partita: "Questa è la mia squadra. Guarda ai piccoli dettagli. Se non abbiamo Smalling in panchina magari non vinciamo questa partita. Perché quando perdi Spinazzola e dopo Celik, se non avessimo avuto lui sarebbe stato molto difficile. Contano i piccoli dettagli, anche di chi ha lavorato con Smalling, che ha messo tutto per cercare di recuperarlo. Sono ragazzi che danno tutto. Questa partita è l'emblema del nostro lavoro. Di esperienza, di saggezza tattica, di saper stare nella partita e mandarla nella nostra direzione, di nascondere i nostri problemi. Una squadra incredibile. Se posso chiedere una cosa in più ai romanisti, se posso, questi ragazzi meritano qualcosa di speciale lunedì, quando partiremo da Trigoria per andare a giocare". Di certo Mourinho è nella storia giallorossa, con due finali consecutive europee in un club che prima del suo arrivo non aveva mai vinto nulla in competizioni Uefa: "La mia preoccupazione non è essere nella storia della Roma, ma aiutare i ragazzi a fare cose importanti, a crescere. E aiutare i romanisti, che mi hanno dato tanto dal primo giorno. Voglio fare sempre il massimo per portare gioia a questa gente. Oggi sicuramente è un'emozione molto grande per arrivare a un'altra finale europea".

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