Conte: «La Juve mi ha sorpreso, ma non l'ho sottovalutata»

Il commissario tecnico dell'Italia aggiunge: «I bianconeri hanno dimostrato di poter competere con chiunque»

COVERCIANO - Quasi un’ora di conferenza stampa di Antonio Conte. Il ct non si è tirato indietro di fronte a nessuna domanda: neppure a quelle più spinose legate alla vicenda giudiziaria di Cremona e al suo addio alla Juventus alla luce dei recenti traguardi raggiunti dai bianconeri.

La preoccupa l’usura dei giocatori della Juventus: quanta energia possono ancora avere dopo la finale? In particolare Pirlo, lui è parte integrante fino al 2016 oppure teme che l’addio possa allontanarlo? «Mi auguro che Andrea abbia voglia di continuare. A me non ha comunicato niente, ma conoscendolo avrà talmente tanta volgia, entusiasmo, passione come un ragazzino. Non credo che Andrea voglia lasciare la Nazionale o l’Italia. Ma è il mio parere: lui ci rifletta e finché ci saro io in Nazionale è uno che terrò sempre in considerazione».

Quante energie avranno ancora i giocatori della Juve? «Dovremmo essere molto attenti a valutare in questi giorni il recupero fisico e nervoso. Barzagli, già in dubbio prima della finale, ha avuto una riacutizzazione e quindi era inutile rischiarlo (al suo posto arriva Acerbi, ndr). Marchisio da domani dovrebbe essere a disposizione. Poi da qui a venerdì valuteremo. Ma io sono convinto che la Nazionale ricarichi e la maglia azzurra corroborante».

Andrea Agnelli ha fatto un’analisi del calcio italiano sostenendo che quello della Juve è un successo di club e non di sistema: è d’accordo? Non entro in dettagli. Juve, Napoli e Fiorentina, senza dimenticare l’ottimo percorso del Torino, fanno sì che sia stata una annata positiva. In ultimi anni eravamo usciti di scena e mi auguro che questo sia un punto di partenza per tornare ai tempi in cui nostri club fissi in finale o semifinale.

Cosa pensa della Juve? «Che ha fatto una grandissima stagione. Poi quando arrivi a queste finali sono le piccole cose a spostare gli equilibri. Ci sono stati episodi, situazioni soprattutto dopo il pari... La Juve ha dimostrato di starci bene, di poter competere e di essere tornata grande».

Riguardo al sul tuo futuro ci sono state ancora discussioni. Se ne parla: qual è il suo stato d’animo? «Periodicamente vengono fuori certe voci, ma qualche mese fa in Figc dichiarato che avrei portato a termine il mandato senza problemi e non è il caso di ribadirlo ogni due mesi. Sono contento: so che il percorso è difficile, ma ho voglia di fare insieme ai ragazzi».

Il processo di Cremona: preoccupato per i tempi? «Una vicenda per me molto molto dolorosa. Va avanti da 4 anni e mi auguro che quanto prima si risolva. Capisco che certi meccanismi sono difficili, però ho fiducia. Ho dovuto subire anche una perquisizione in casa. c’è grande dolore. Ma aspetto con fiducia».

La Figc le sta accanto. Ma è vero che con un rinvio a giudizio potrebbe lasciare? «Si sono espressi gli avvocati. Per me è molto doloroso. Da 4 anni esce sempre la mia faccia in tv: qualcuno un giorno dovrà darmi delle spiegazioni».

Si sente usato dalla Procura di Cremona? «Non mi interessa. Le riflessioni vanno fatti da soli con onestà. Chiudiamo il discorso».

Sente già il profumo di Europeo con questa sfida alla Croazia? Ma, intanto dobbiamo conquistarlo e dovremo essere bravi. Ci aspetta un impegno probante. E’ una squadra forte che già a San Siro ci mise in difficoltà. Ci stiamo preparando». 

All’andata contro la Croazia, a San Siro, cambiò più volte modulo. Anche ora sta lavorando sulle variazioni: per la Croazia o indipendentemente? «Sì, è un percorso che ho in mente a prescindere da avversari. Ci ho potuto lavorare nei giorni scorsi: giorni molto belli per me e per i calciatori perché abbiamo potuto lavorare. Il compito dell’allenatore è cucire l’abito più adatto alla squadra con la stoffa che abbiamo. La base importante è il 3-5-2 soprattutto quando ho tutti i ragazzi della Juve, ma lavoriamo anche su altro».

El Shaarawy che posto può occupare? «Elsha, ma un po’ tutti i calciatori che ci sono in quel ruolo - tipo Insigne che pure non ho convocato - o Sansone, Candreva, Cerci e in futuro Berardi possono portarci qualità, imprevedibilità. Soprattutto nella fase finale. Da Elsha mi aspetto tanto, come tutti quelli che ho citato, e li voglio mettere nelle condizioni di esprimersi. Devo mettere tutti nelle condizioni migliori, alzare la qualità media e dare imprevedibilità».

Sia sincero: aveva sottovalutato la Juve a inizio stagione? «Il suo percorso ha sorpreso gli addetti ai lavori: anche lei? Da parte mia non ho mai sottovalutato niente e nessuno, anche perché ho lavorato per tre anni lì e conoscevo benissimo il materiale umano, i dirigenti e la proprietà. Mai avrei commesso quell’errore. Detto questo la Juve ha sicuramente fatto grandissima stagione e pèer certi versi ha sorpreso anche me per raggiungimento finale. Io pensavo in due tre anni, ci sono riusciti prima e sono stati bravi: merito ai calciatori, ad Allegri, alla società. E mi auguro che da ct sia solo l’inizio».

L’incontro con il Capo dello Stato le ha dato forza? «Il Presidente è stato molto carino e mi ha fatto piacere ciò che mi ha detto. E’ un amante del calcio, mi ha responsabilizzato molto e lo ringrazio».

C’è ancora un gran ballo di allenatori, in Italia, che ha sfiorato anche lei... «Io non sono mai stato sfiorato. Ho un contratto che scadrà a luglio prossimo e anche se sono stato accostato a diverse squadre, non mi ha mai sfiorato e neanche a quelle squadre è mai venuto in mente. La mia è stata una scelta libera che porterò fino in fondo supportato dalla Federazione».

Che idea si è fatto di tutto questo giro? «Il cambio panchine può essere positivo perché cambiare porta freschezza ed entusiasmo, l’aspetto negativo è che si interrompe un lavoro e la programmazione. Ci sono stati allenatori che hanno fatto bene. Penso ad Allegri, lui benissimo, e poi a Sarri che ha fatto un campionato sopra le righe perché a inizio campionato l’Empoli era dato per spacciato perché la rosa era quella della B. Lo stesso vale per il Palermo. Queste due squadre hanno fatto qualcosa di importante. Poi un gran lavoro l’hanno fatto il Genoa di Gasperini e la Samp. Come arrivate lei e la Nazionale a venerdì sfida decisiva? Come ci arrivo io conta relativamente. E’ importante che ci arrivi bene la squadra. Sappiamo bene che queste partite di fine stagione rappresentano sempre un grande punto interrogativo. Però la scorsa settimana abbiamo fatto tre giorni molto belli e intensi. Mi è dispiaciuto per chi ho lasciato a casa, ma è stato anche per questioni fisiche. Questa partita nascone enigmi: non si sa come ci sia arriva. E’ un bene che si giochi contro una squadra forte e questo fa tenere alta l’attenzione».

Visto l’entusiasmo per lo stage, se ne potranno chiedere altri? «L’esperienza di un anno porta a fare delle considerazioni. Noi ci auguriamo di dover affrontare l’Europeo, ma ora come ora è difficile pensare ad altri stages. Vedremo cosa capiterà durante l’anno. E ci auguriamo che le nostre squadre siano impegnate fino all’ultimo».

I suoi legali hanno fatto capire che se tra un anno ci fosse ancora l’inchiesta di Cremona aperta, sarebbe un problema. Ma in casi analoghi abbiamo visto che si sono create situazioni di impermeabilità attorno al gruppo. Perché lei pensa il contrario? «La cosa migliore è di lavorare dare sempre il massimo senza pensare a questi stimoli dolorosi che non mi piacciono. Tavecchio ha già detto tutto. A me interessa lavorare e lo farò duramente per nadare in Francia e per fare il massimo là».

Le tensioni di Garcia e di Montella hanno ricordato il suo sfogo con la Juve? «Può dar fastidio oppure è un modo di parlare con sincerità? Per me io sono arrivato a una conclusione dopo averci riflettuto: è troppo semplicistico metterla in questi termini. Ogni tecnico deve essere anche un garante per i risultati anche perché lui è legato al risultato. Non mi sorprende che abbiano chisto chiarezza. Poi, quando diventano mediatico i concetti si confondono».

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