Conte: «Per il mio futuro sarà importante l'Europeo»

Il futuro del ct sarà un tema caldo che ci accompagnerà fino agli Europei
Conte: «Per il mio futuro sarà importante l'Europeo»© EPA

TORINO - Corrono nuvoloni gonfi di pioggia nel cielo sopra il «Re Baldovino», lo stadio a due passi dall'Atomium che un tempo si chiama Heysel. Tra poche ore l'Italia ci giocherà contro il Belgio e gli spalti saranno esauriti: gremiti dai moltissimi immigrati italiani ansiosi di vedere da vicino i propri beniamini, più che dai belgi che storcono il naso di fronte al gioco della loro Nazionale che pure è clamorosamente prima nel ranking mondiale della Fifa.


Antonio Conte ha insistito parecchio su questo concetto (oltre che sull'invidia per il percorso di crescita messo in piedi dalla federazione belga) perché vuole sfruttare al massimo le poche amichevoli che gli restano da qui all'Europeo: stasera, poi martedì a Bologna contro la Romania, le ultime a fine marzo contro Germania e Spagna: «Dobbiamo capire a che punto siamo del percorso. Senza che il risultato, positivo o negativo che sia, venga colto con ansia o trionfalismi. Di sicuro non siamo venuto qui per speculare: vogliamo imporre il nostro gioco». E lo farà attraverso il 4-4-2 (l'ultimo dubbio da sciogliere quello tra El Sharaawy e Candreva sulla corsia di sinistra) spiccatamente offensivo che già aveva determinato la svolta nell'ultima fase della gara contro la Norvegia a Roma.

Mentre sperimenta le tattiche e cementa il gruppo, il ct si allena anche a resistere al «tormentone» che lo accompagnerà da qui all'Europeo che lui vorrebbe affrontare con il contratto in scadenza. Lo aveva già detto tempo fa, lo ha implicitamente ribadito in queste ore a Rai Sport: «Anche l'andamento dell'Europeo sarà importante per il futuro». Peccato che la Federazione non abbia intenzione di aspettare così tanto. Ricordate le parole del presidente Tavecchio dopo la gara con la Norvegia? Erano queste: «Ci vedremo e parleremo un mese prima della scadenza del suo contratto. La nostra volontà è quella di trattenere il ct ma dipenderà da lui. Siamo servi di tutti ma schiavi di nessuno. Se Conte dovesse decidere di andare via vedremo cosa fare, comunque servirà un grande leader. Speriamo bene perché il nostro è un ct che è responsabile di tutte le Nazionali». Insomma, il futuro del ct sarà un tema caldissimo sulla strada che ci porterà verso la Francia. Che poli lui dica di «Voler fare un campionato come quello di Prandelli» è una tautologia che sconfina nell'ovvietà: arrivare già solo terzi vorrebbe dire aver fatto peggio dell'ex ct. E Conte lo sa.

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