Italia, Chiesa: «Messi? Siamo abituati a vederlo alla playstation»

Cutrone: «Paura ad essere qui? Mai avuto paura».
Italia, Chiesa: «Messi? Siamo abituati a vederlo alla playstation»© Getty Images

FIRENZE - «Messi? Siamo abituati a vederlo solo alla Playstation, sarà un'emozione incredibile affrontarlo dal vivo. Però non c'è nessuna ansia da responsabilità nel fatto di essere qui, solo un grande orgoglio e la voglia matta di dare tutto per la Nazionale». Enrico Chiesa, classe '97, e Patrick Cutrone, classe '98, sono i due simboli del rinnovamento azzurro. Coraggiosi («Paura a essere qui? Mai avuto paura!» sorride Cutrone), ma anche consapevoli delle difficoltà che dovranno superare: «La differenza tra noi e i giovani degli altri Paesi – ha spiegato Chiesa - è che loro hanno più esperienza internazionale. Quando abbiamo giocato la semifinale dell'Europeo contro la Spagna, c'era gente come Asencio e Saul che avevano alle spalle già una finale di Champions. Perché poi a livello di qualità non abbiamo nulla da invidiare a nessuno». Aiuta, non poco, essere “veterani” delle giovanili azzurre: «Tutta la trafila dall'Under 15 – sorride Cutrone – Una grande palestra perché conosci i moduli, il tipo di allenamenti. E perché – gli fa eco Chiesa – impari subito quel che significa indossare la maglia che rappresenta il tuo paese». Tocca a loro innervare il nuovo ciclo azzurro: «Quando l'Italia fu eliminata dalla Svezia ero tristissimo – ammette Chiesa – come tifoso e italiano per prima cosa: sarà strano e doloroso vedere un Mondiale senza l'Italia. E' un onore essere qui per un nuovo ciclo e daremo il massimo».

PIEDI PER TERRA - Sperando, entrambi, di poter esordire, ma senza mai montarsi la testa: «Testa al campo e al lavoro senza mai considerarsi dei predestinati e senza farsi abbagliare da un mondo, quello del calcio, luccicante e pieno di insidie: lavorare e avere la gente giusta accanto. I nostri genitori sono fondamentali» è il mantra di due giocatori che prima di tutto sono bravi ragazzi e che hanno subito capito come il campo sia l'unico giudice. E come dalle dalle difficoltà si debba sempre trovare la forza per ripartire: La mancanza di Astori? Non ci sono parole per descrivere quello che è successo – si emoziona Chiesa - Una tragedia immensa che ci ha colpito sia in viola che qui. Un compagno importantissimo che in questi due anni mi ha aiutato moltissimo per inserirmi e darmi consigli. Mi manca davvero tanto, ma dopo questo periodo difficile dobbiamo e devo reagire per lui, perché da capitano è questo che lui voleva».

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