«Con Fred il Brasile gioca in 10? Stupidaggini»

Dani Alves risponde alle critiche dell'ex attaccante inglese Shearer: «Quante cavolate...»
«Con Fred il Brasile gioca in 10? Stupidaggini»© Foto REUTERS
BELO HORIZONTE (BRASILE) - "Alan Shearer (ora commentatore della Bbc, ndr) ha detto che con Fred il Brasile gioca in dieci? Queste sono le cavolate più grosse che posso sentire. Sarebbe meglio non dire certe stupidate". In difesa del n.9 della Selecao sempre più sotto il tiro della critica (e anche della 'torcidà), scende in campo Dani Alves, uno che non la manda a dire e al quale piace parlare: per questo si presenta spesso in sala stampa, dove cerca sempre di non essere banale. "Certe cose che ho sentito sono delle autentiche stupidate - dice ancora l'esterno destro di Scolari -, e se le dice anche uno che ha giocato a certi livelli è ancor più grave. Uno come lui (Shearer ndr) dovrebbe capire le difficoltà che un attaccante incontra sul campo. Le sue parole sono state una mancanza di rispetto, ha sminuito il lavoro di un collega, e sarebbe degno di essere punito"

"Giocare al calcio sembra facile - puntualizza Dani Alves -, ma non lo è affatto e per questo siamo così ben pagati. Mi rivolgo a coloro che ora fanno i critici e a chi lo sarà in futuro". Ma al giocatore che contro il Camerun sarà confermato da Scolari anche se qualcuno vorrebbe che il tecnico gli preferisse Maicon, non è andata giù un'altra osservazione fatta alla Selecao, fra gli altri da Zico, ovvero quella che i giocatori del team di casa 'sentanò troppo l'inno, si emozionino e poi magari ne vengano condizionati. "È un'altra cavolata - replica Alves -. Solo chi lo vive può capire un momento come questo. Il calciatore che sta per giocare non è un debole perchè piange (come Neymar prima del Messico ndr), ma è semplicemente una persona che vive delle emozioni davanti a milioni di persone. E dipende dal fatto che amiamo il nostro Paese e il piacere di vivere questo momento così grande di un Mondiale in casa. E a chi dice che se un uomo piange è un debole, dico che non è così e che a volte non si riesce a controllare un'emozione, ma ciò non ti impedisce di giocare bene. Poi tutto finisce lì, e comincia la partita. E ricordatevi: chi non piange non ama". Del resto che sia un Mondiale difficile non solo per il Brasile lo dimostra cos'è successo alla Spagna. "Mi dispiace molto per i miei compagni di club che giocano nella nazionale spagnola - dice l'esterno del Barcellona -, ma questa è una lezione per tutti quelli che dicono di sapere di calcio, e che dimostra quanto un Mondiale sia una cosa a parte, e un torneo estremamente duro".


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