Buffon, il mito azzurro riconquista Berlino

Un nuovo murales che ritrae il portierone della Nazionale è apparso nella capitale tedesca
Buffon, il mito azzurro riconquista Berlino

Ancora un murales che ritrae Buffon in un’inedita veste azzurra. Dopo quello apparso a Parigi, Tokyo Johannesburg, il portierone della Nazionale italiana è stato, infatti, raffigurato su un muro di un’altra città: Berlino. Sì, anche Berlino, la capitale tedesca dove il numero uno azzurro si è laureato campione del mondo subendo due soli gol in tutto il cammino mondiale. Un muro invalicabile elevato a leggenda.

MURO AZZURRO. Da Totti a Del Piero passando per Pirlo, Zambrotta e Cannavaro, è un’Italia ricca di campioni quella guidata nell’estate del 2006 da Marcello Lippi in terra tedesca. Un’Italia che ha voglia di reagire, ferita dalle vicende di Calciopoli che hanno colpito i bianconeri che, come spesso accade nella storia della Nazionale, rappresentano della formazione. Ma come già accaduto in passato, nel momento della difficoltà, l’Italia fa gruppo e si dimostra orgogliosa ma soprattutto blindata. E il merito è senza ombra di dubbio di un certo Gigi Buffon che giunge sino alla notte magica di Berlino subendo un solo gol, peraltro su autorete di Zaccardo contro gli Stati Uniti.

OMAGGIO UEFA. Che il numero 1 della Nazionale sia stato uno dei protagonisti della cavalcata mondiale lo conferma, a distanza di anni, la Uefa che proprio celebrando le prodezze di Buffon in maglia azzurra sceglie cinque parate indimenticabili tra cui due del mondiale 2006 contro Germania e Francia. La prima è proprio quella contro i padroni di casa nella semifinale di Dortmund. Gli Azzurri giocano una grande partita, portando la sfida ai supplementari, attaccando e colpendo due volte i legni. Prima dell’invenzione di Andrea Pirlo che scatena l’indimenticabile urlo di Fabio Grosso, c’è proprio un miracolo di Buffon sul diagonale di Podolski che si trova tra i piedi la palla per chiudere il match. Una parata d’istinto degna di un vero numero 1. 

NOTTE MAGICA. Eliminata la Germania, tutti gli occhi del mondo sono puntati sul rettangolo verde dell’Olympiastadion di Berlino. La Francia ha paura ma è un po’ meno affaticata degli azzurri che soffrono tantissimo. Nei novanta minuti regolamentari prima Zidane, su rigore, e poi Materazzi con un colpo di testa ad anticipare Vieira, portano squadre ai tempi supplementari dove il risultato non cambia, merito anche di un monumentale Buffon. Se ne accorge lo stesso Zidane che si vede alzare da Super Gigi il potente colpo di testa sopra la traversa con una mano. Si va ai rigori, dove Zizou non è presente per una testata che quella notte fece il giro del mondo e di cui si è detto e scritto tutto. Il resto è storia, con l’Italia che dal dischetto fa 5 su 5. Nell’ordine: Pirlo, Materazzi, De Rossi, Del Piero, Grosso. Decisivo l’errore di- Trezeguet che colpisce la traversa. Poi il penalty decisivo, calciato da un Fabio Grosso grande protagonista della cavalcata della Nazionale allenata da Marcello Lippi, dà il via alla festa azzurra. E a Berlino, oggi come allora, il portiere azzurro torna protagonista con un murale davvero singolare. E parafrasando la celebre frase che il telecronista Rai Marco Civoli pronunciò proprio in quella  Nazionale magica del 9 luglio 2006, “Buffon è azzurro sul muro di Berlino!”.

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