Italia, Ventura: «Con la Svezia decisivo l'approccio. Belotti? Ci sarà utile»

Il ct: «Qui non c’è da stupire ma da andare ai Mondiali»
Italia, Ventura: «Con la Svezia decisivo l'approccio. Belotti? Ci sarà utile»© ANSA

COVERCIANO - Gian Piero Ventura, come vive questa vigilia davvero particolare. In caso di sconfitta si è parlato di apocalisse, catastrofe in caso di mancata qualificazione… «Sinceramente è importante, per me e per la mia storia. Ma anche per i giocatori: per alcuni inizia e per altri finisce un ciclo. C’è grande convinzione, serenità, determinazione. Tutto questa fiducia è dovuta alla grande disponibilità dei calciatori, da quelli che hanno fatto la storia a quelli che hanno voglia di farla, e poi perché sono stati polverizzati 75 mila biglietti a San Siro e quando si è di fronte al dentro o fuori l’Italia si compatta e io ringrazio i tifosi».

Lei ha detto che vorrà stupisci: in che cosa vuoi stupirci? «Qui non c’è da stupire ma da andare ai Mondiali». Ha pranzato con il presidente e i vertici federali. Siete tutti sulla stessa barca: anche la Federazione vive questo percorso? «Sinceramente non ho mai preso in considerazione l’eventualità di non andare ai Mondiali, ma non ho mai avuto la considerazione di essere lontano dalla Figc. In questi due anni vicini e disponibili e quindi li ringrazio. Abbiamo l’obiettivo da centrare e poi i presupposti per fare qualcosa di più importante di quello che si posa pensare. Penso agli stage, alle amichevoli, ai Mondiali. Ma ora il passaggio obbligato è la Svezia».

Quale messaggio le ha fatto pervenire Tavecchio? «Mi ha promesso un premio gigantesco.. .Scherzo. Con lui ci sentiamo spesso, ma è venuto con i giocatori e il fatto che ci siano i vertici confermano compattezza».

Quanto conta l’esperienza in gare come questa? «Un po’ conta. Vero che fatto esordire 13 giocatori ma in due gare in 72 ore incide. Spiega perché siamo in 27 perché abbiamo quattro diffidati, gli acciaccati. Ci andiamo con questo gruppo».

Che Italia dovrà essere? «L’Italia. Quella che ogni volta che si gioca qualcosa di fondamentale c’è sempre stata: umile concentrata determinata».

Lei ha sempre detto che Jorginho non era ideale per il suo modulo, ora l’ha chiamato… «Quando non veniva chiamato era semplicemente perché ci schieravamo in un modo dove non c’era spazio per il suo ruolo. Ora sfida importantissima: in 72 ore ci giochiamo una qualificazione mondiale e quindi abbiamo possibilità di cambiare scelte. Poi nel Napoli ci ha impiegato due anni e mezzo, impossibile in 48 ore. Il modulo è la cosa meno importante, contano l’approccio, la determinazione e la rabbia con cui giochiamo».

Lei ha dei sogni in vista del Mondiale? «In questo momento non bisogna sognare ma prepara la partita con lucidità razionalità e precisione. Il mio sogno è allenare la squadra 20 giorni, ma per questo dobbiamo qualificarci».

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