<pre style="color: rgb(0, 0, 0); line-height: normal;"> Alle radici del Toro campione d'Italia </pre>

Un anno dopo nel segno della continuità la coppia Longo-Bava si riprende un titolo atteso troppi anni. I rigori questa volta restituiscono ai granata la beffa di un anno fa contro il Chievo

Alle radici del Toro campione d'Italia

© AG ALDO LIVERANI SAS

Due finali consecutive, entrambe ai rigori, ma con un esito diverso. Per il Torino Primavera la prima, l’anno scorso contro il Chievo, ebbe un risultato negativo, mentre quella della stagione 2014/15 contro la Lazio li ha laureati Campioni d’Italia di categoria. E’ la vittoria del lavoro e della programmazione per i granata che dopo 23 anni riescono a ricucire sul petto lo scudetto. Soddisfatto il tecnico della Primavera Moreno Longo: “Ci ha contraddistinto il carattere e la grinta che i ragazzi riescono a tirare fuori anche quando sembrano spacciati. Non si abbattono, questa è la loro caratteristica”. Professionalità è la parola d’ordine per il responsabile del settore giovanile Massimo Bava: “Noi abbiamo preso una strada: far crescere la Primavera come fosse una Lega Pro. Abbiamo l’obiettivo di istruirli, di portarli ad esser già pronti professionalmente, facendo condurre loro una vita da giocatori, in modo che una volta usciti dal settore giovanile il salto sia il meno traumatico possibile. E’ una scelta che ho maturato, anche grazie ai miei anni da dirigente in Lega Pro. Mi arrivavano giocatori viziati, acerbi, in difficoltà nell’affrontare un campionato da adulti. In questi anni li stiamo trattando da professionisti sia al livello di lavoro sia per i comportamenti passando anche per la comunicazione, attenendosi alle indicazioni societarie ed evitando atteggiamenti da ragazzini. Puntiamo alla formazione del giocatore a 360 gradi”. Quello del Torino è un progetto che passa anche per la rigenerazione dei giovani, spiega l’allenatore granata: “Il valore aggiunto dei nostri risultati lo fanno anche il tipo di investimenti, ad esempio lavoriamo con i parametri zero, i giocatori svincolati da altre società. Ci confrontiamo con realtà che investono 5 o 6 volte quanto possiamo investire noi, quindi è normale che oggi si parli di qualcosa di importante. La diversità sta nel modo in cui scegliamo di investire sui giocatori. Li prendiamo da piccoli oppure ci affidiamo a quei ragazzi in cui le società non credono, ci lavoriamo e cerchiamo di tirar fuori quello che altrove non sono riusciti a far emergere”. E’ il caso Claudio Morra, attaccante classe ’95 esploso in questa stagione e preso dal Torino dopo essere stato svincolato dall’Hellas Verona: “Ha avuto una crescita costante – ha spiegato Bava - è maturato, avendo anche fiducia nel lavoro della società, nel mio e in quello dell'allenatore. Ha cominciato ad applicarsi con più convinzione e si è rivelato un trascinatore per il gruppo. Ora è pronto per le categorie professionistiche e infatti già ci sono richieste dalla Serie B. Se imparerà ad abbinare alla sua fisicità anche l’intelligenza tattica, potrà fare un buon percorso”. Ha precisato poi mister Longo che con questi ragazzi ha un rapporto simbiotico: “I soldi nello sport non sono sempre sinonimo di successo. Noi non abbiamo la presunzione di dire che gli altri non capiscono nulla, quando escludono un giocatore. Però ci vuole cautela con le etichette ai ragazzi, il settore giovanile vive di margini di miglioramento difficili da prevedere e alcune volte si battezzano come non adatti con troppa superficialità. Magari vanno un po’ aspettati e lavorandoci su qualcosa riesci a tirarla fuori”. L’altro punto su cui Massimo Bava e il suo gruppo di lavoro punta molto è il setacciamento del territorio che parte fin dalle prime categorie: “Abbiamo aperto un ciclo da tre anni con il presidente Cairo, dove oltre alla Primavera, abbiamo visto crescere tutto il settore giovanile. L’anno scorso la Berretti ha trionfato come campione d’Italia e in questa stagione è arrivata prima con 4 punti di vantaggio con i sottoetà. Gli Allievi Nazionali sono arrivati primi a pari punti con l’Empoli, i Giovanissimi hanno partecipato alle finali. Quindi è una crescita progressiva di tutte le giovanili e il presidente è disposto ad investire maggiormente, visto questo notevole progresso. Mi ha detto che crede nel lavoro del settore giovanile ed è lì che vuole potenziare, aumentando anche il budget. Anche se ci saranno gli investimenti, la nostra cultura deve essere il lavoro e continuare a migliorare sotto l’aspetto organizzativo. Per noi diventa fondamentale il lavoro di Silvano Benedetti che ci permette di arrivare ai Giovanissimi Fascia B e avere già uno zoccolo duro. I 2002/03 hanno vinto tornei importanti, quindi significa che alle basi stiamo lavorando bene, perché andiamo a setacciare il territorio e poi cerchiamo di condire le varie categorie con qualche ciliegina”.

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