TORINO - Serve un’impresa. Autentica. Quello che dovrà fare il Toro Primavera questa sera - ore 20 - contro il Middlesbrough non può che essere salvato sotto la voce “impresa”, per il semplice fatto che l’etichetta di “missione impossibile” non la vuole prendere nessuno in considerazione nell’ambiente granata. Servirà un’impresa, ancor più grande di tutte quelle già centrate da Moreno Longo e la sua squadra in questo quadriennio e che lo hanno portato a vincere la prima Supercoppa e il nono scudetto Primavera a ventitrè anni di distanza da quello precedente. Perché questa sera allo stadio Olimpico non ci sarà “solo” da ribaltare un 3-0 contro un top team a livello giovanile come il Middlesbrough (basti pensare al valore del suo talento più cristallino, quell’Harry Chapman autore di un’autentica magia in occasione del 3-0 all’andata). Ma ci sarà da scrivere l’ennesima pagina della storia del vivaio granata senza una lunga serie di elementi chiave, per una formazione titolare che vedrà le pesantissime assenze di Debeljuh (comunque fuori lista) e Martino in attacco, ma anche quelle di Osei in mediana e di Procopio sulla fascia sinistra. Niente che possa però impedire a Longo di caricare a mille i suoi, andando a caccia di quella che sarebbe realmente l’impresa più grande tra tutte quelle già compiute: «Non riusciremo a recuperare nemmeno Osei e Procopio, ma abbiamo fiducia in tutti i ragazzi. Chi c’è si deve rimboccare le maniche, e poi alla fine tireremo le somme. Sarà una serata dove i ragazzi daranno il centodieci per cento e con un pizzico di fortuna si potranno incastrare delle dinamiche che ci faranno magari centrare un risultato storico».