Corsa Champions League, la Roma teme la Lazio. L'incubo 2° posto...in faccia

Una sfida inaspettata: Pioli aggancia il terzo posto e minaccia Garcia. Dieci giornate e si arriva alla stracittadina di ritorno
TORINO - Obiettivo 24 maggio per la Lazio di Stefano Pioli. Incubo 24 maggio per la Roma di Rudi Garcia. E si, proprio di derby si parla, il derby di ritorno, piazzato lì come una bomba a orologeria alla penultima di campionato.

SOGNI GIALLOROSSI - Nei sogni estivi dei tanti romanisti, con la campagna acquisti ancora fresca e comunque confortante addosso, era la data del sogno: arrivare proprio al giorno del derby del ritorno festeggiando lo scudetto 2014/15 in faccia ai cuginastri. La sessione di mercato aveva portato Manuel Iturbe, strappato al fotofinish alla corte di Marotta, l'esperienza del professor Keita, il solido greco Manolas (anche lui tra le voglie juventine estive), Holebas, il famoso Cole del Chelsea, Astori sbattuto in faccia a Tare/Lotito e Yanga-Mbiwa. Tutti arrivati a condire una piatto già ricco, quello della squadra che aveva fatto sognare l'anno precedente, quello del secondo posto. E chi avrebbe mai potuto immaginare il dramma (per fortuna a lieto fine) di Leandro Castan? E la sciagurata ricaduta di Strootman? Il deterioramento repentino di Maicon o la depressione agonistica di De Rossi? E il mercato di gennaio ha sancito l'inizio della fine.La Roma, già presa a schiaffoni violenti dal Bayern Monaco e cacciata dalla Fiorentina dalla Coppa nazionale, non si è più ripresa, si è pian piano sgretolata ed ora suona l'allarme rosso, peggio ancora: l'allarme biancoceleste.

ARRIVA LA LAZIO - Stefano Pioli, ora eroe assoluto dalle parti di Formello, era arrivato come una scelta di ripiego, una di quelle bollate dal pessimismo tipico laziale con 'il solito Lotito, che sceglie profili buoni per risparmiare: ecco l'allenatore low-cost'. Per di più esonerato dal Bologna, che poi è pure retrocesso. Il mercato agostano non era stato brillante: ok il colpo De Vrij, tirato a lucido dal Mondiale, ma poi Djordjevic dal Nantes, Basta e Parolo, lo svincolato Braafheid, avevano spento ogni tipo di ardore e allungato ancor di più la distanza affettiva tra pubblico e società. E l'arrivo di Gentiletti aveva segnato la parola fine sulle speranze di grandezza biancocelesti: "Ma è un giocatore o un tipo di biscotti?" era la battuta del momento, quando Sabatini aveva portato via l'obiettivo Astori, tra l'ilarità generale. Ma poi? La Lazio 'ranocchiesca' di inizio anno (3 sconfitte nelle prime 4 gare) si trasforma in un bel principe. Squadra viva, brillante, quasi eccitante, trascinata da un super Felipe Anderson e guidata con forza, pragmatismo ed effervescenza tecnica proprio da Stefano Pioli. È la sua Lazio, ora dicono e l'aggancio al Napoli al terzo posto, a soli 4 punti dalla Roma, è il top.

24 MAGGIO - A quel derby mancano da giocare 10 giornate, 30 punti, più di 3 mesi, una vita calcistica. La Roma ci arriverà passando per la rivincita all'Olimpico con il Napoli, la visita al Toro e all'Inter, ma già la prossima all'Olimpico con la Samp di Sinisa Mihajlovic mica è tenera. La Lazio incontra il Torino di Ventura reduce dalla Russia lunedi prossimo, allo Stadium ancora ci deve andare, poi il ritorno di Mancio all'Olimpico e a casa di Sinisa il Doriano, sempre a proposito di amarcord. E quindi il 24 maggio, il derby, il contro-selfie (video) magari, la partita sogno/incubo che a questo punto profuma di Champions League. O puzza di ricordi infausti in casa Roma. Tra il 24 maggio e il famigerato 26 maggio di Lulic il passo è breve, brevissimo...

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