TORINO - [...] Per rivivere l'antica grandeur, però, andrebbe costruita una All Star dalle due rose che, se fuse, potrebbero aspirare con buone certezze a un posto in Champions. Buone e non ottime, e qui sta il paradosso, perché sia in difesa (specialmente al centro) sia a centrocampo, pure MilanInter presenterebbe qualche evidente scricchiolio. Nulla da dire invece alle estremità perché tra Handanovic e Diego Lopez si sceglie comunque bene e perché Icardi, Menez (entrambi sedici gol in campionato) con Palacio (oppure Cerci o Shaqiri) garantiscono gol, killer instinct e pure tanta imprevedibilità. I problemi, piuttosto sono tra i centrali dove nemmeno scervellandosi tra Mexes, Ranocchia, Juan Jesus, Vidic e Paletta, esce una combinazione lontanamente vicina a coppie storiche dei due club come Lucio-Samuel (l’architrave del Triplete), oppure Nesta-Maldini (protagonisti nella Champions vinta dal Milan con il Liverpool ad Atene). Alla fine, visti i problemi in serie avuti dai centrali interisti - tutti protagonisti in stagione di evidenti amnesie - la scelta è caduta su Paletta e Mexes ma, per una squadra da corsa, ci vorrebbe evidentemente ben altro. Più solida - ma solo in apparenza - l'All Star di questa Milano crepuscolare sarebbe sulle fasce dove, oltre ad Abate e Santon, sta facendo bene pure Antonelli. Non può però essere un caso che due su tre siano stati acquistati al mercato di riparazione, evidente segno di come, pure lì, inizialmente ci fossero molti problemi in entrambe le rose. Pure il centrocampo non entusiasma. Guarin, De Jong e Bonaventura (oppure Brozovic) appaiano, per caratteristiche, molto ben amalgamati: basta però vedere chi gioca nella Juventus oppure nella Roma, le due italiane che hanno disputato i gironi di Champions, per capire come a Milano ci sia ancora molto da lavorare.
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