Malagò: «Vietare striscioni? Se serve non è un dramma»

Il numero 1 del Coni su Roma-Atalanta:«Contestazione domenica? Non mi preoccupa»
ROMA - La proposta del presidente della Figc, Carlo Tavecchio, di vietare gli striscioni, dopo le scritte apparse nella curva della Roma contro la madre di Ciro Esposito, trova favorevole il numero 1 del Coni, Giovanni Malagò. «Gli striscioni fanno parte da sempre della nostra storia del tifo, del nostro folklore e delle nostre tradizioni, ma sinceramente se questo aiuta a risolvere parte dei problemi che ci sono intorno al calcio non credo sia un dramma assurdo vietarli. Anche perché, negli altri Paesi europei calcisticamente evoluti, non sanno neanche di cosa di parla», spiega il capo dello sport italiano, a margine della firma dell'accordo strategico biennale firmato con Alitalia al Foro Italico. «Questo non vuol dire non avere striscioni ufficiali del tifo organizzato, anche dei club, di chi viene da parti diverse rispetto alla città dove gioca la squadra - precisa -, sono due cose diverse e anche questo va spiegato bene».

SU ROMA-ATALANTA - «Preoccupato in vista di Roma-Atalanta? No, quando uno negli ultimi dieci giorni ha avuto Roma-Napoli, Frosinone-Latina e Ternana-Perugia che sta arrivando, non mi sento dire di essere preoccupato». Lo ha detto il presidente del Coni, Giovanni Malagò, in vista della partita di domenica in cui ci sarà anche la contestazione fuori dallo stadio dei tifosi giallorossi al n.1 della Roma, James Pallotta, dopo la sua dura presa di posizione contro i supporter che avevano esposto degli striscioni contro la madre di Ciro Esposito. Striscioni che hanno portato alla chiusura per un turno della curva Sud. «Siamo in un Paese democratico - ha aggiunto il capo dello sport italiano a margine della firma dell'accordo strategico biennale siglato con Alitalia - e ognuno può esprimere la propria opinione. Ognuno deve avere rispetto nei confronti di una madre che ha subito il dolore che conosciamo. Poi su tutto il resto, finiamola qui che è meglio».

LE CANDIDATE AI GIOCHI 2024 - «Ho sempre sostenuto la tesi che Parigi si sarebbe candidata, o meglio si candiderà. Ma non perché sia preveggente ma perché tutti ci prepariamo ad avere più rivali e più complicati». Lo ha detto il presidente del Coni, Giovanni Malagò, commentando la candidatura della capitale francese ad ospitare i Giochi Olimpici del 2024, per cui è in corsa anche Roma. «Se invece siamo convinti, come era inizialmente, che eravamo solo noi e Boston, mentalmente è sbagliato. E da qui a settembre sicuramente qualcun altro si aggiungerà», ha avvertito il capo dello sport italiano intervenendo alla presentazione dell'accordo strategico biennale siglato con Alitalia. Quanto, invece, al fatto che sia stata scelta Roma e non altre città, ha aggiunto: «Il mondo dello sport sa perfettamente che l'unica città italiana candidabile per la corsa alle olimpiadi è Roma. Da qui a settembre 2017 bisognerà spiegare sempre di più questo argomento a chi non lo conosce, senza nessun tipo di forzatura». 

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