© LaPresseTORINO - La festa? Ve la facciamo noi. La Juve punta a chiudere il discorso scudetto (il quarto consecutivo) già domenica all’Olimpico, nello scontro con il Toro. E i granata si caricano a mille, per impedire un tale... affronto. Massì, la festa vogliono farla loro alla Vecchia Signora. Perché l’attesa è tanta, l’attesa è troppa.
QUELLA DATA - Il 9 aprile del ‘95 è lì scolpito, a ricordo, a stimolo, a incubo volendo. E’ la data dell’ultimo successo del Toro nel derby: 2-1 con doppietta di Rizzitelli e autogol di Maltagliati. Vent’anni sono un’infinità, impossibile non tenerne conto. E’ tempo di riscrivere la storia moderna del pallone, dove i bianconeri - rilanciati prima dal triennio di Antonio Conte e poi da Max Allegri - fanno incetta di titoli e i granata stanno a guardare sotto lo stesso cielo. Quella storia, con Giampiero Ventura in panchina, sta cambiando, è già cambiata. Ma manca l’exploit nella stracittadina, dopo le prove generali nell’andata, con il golazo di Bruno Peres, la sensazione di potercela fare, la paura di osare e quella rete di Andrea Pirlo allo scadere che ha rimandato il rospo in gola.
UNITI SI PUO' - E allora ecco il patto del Toro per il derby. I tifosi li caricano, i giocatori ci credono. La richiesta, a ogni contatto, è la stesa: «Regalateci questa soddisfazione. Battiamoli»; «Ancora non ho digerito Pirlo: rispediamo quell’amarezza al mittente». Eh sì, quella gara, allo Stadium, ha lasciato il segno. E anche delle certezze. Non a caso, da quella sconfitta è iniziata la serie positiva del Toro, poi fermata dopo 12 risultati utili consecutivi. Perché lì, in quel ko, la squadra ha preso consapevolezza dei suoi mezzi, delle sue qualità, delle sue potenzialità. E così ha svoltato, per un 2015 alla grande, da podio in campionato.
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© RIPRODUZIONE RISERVATAQUELLA DATA - Il 9 aprile del ‘95 è lì scolpito, a ricordo, a stimolo, a incubo volendo. E’ la data dell’ultimo successo del Toro nel derby: 2-1 con doppietta di Rizzitelli e autogol di Maltagliati. Vent’anni sono un’infinità, impossibile non tenerne conto. E’ tempo di riscrivere la storia moderna del pallone, dove i bianconeri - rilanciati prima dal triennio di Antonio Conte e poi da Max Allegri - fanno incetta di titoli e i granata stanno a guardare sotto lo stesso cielo. Quella storia, con Giampiero Ventura in panchina, sta cambiando, è già cambiata. Ma manca l’exploit nella stracittadina, dopo le prove generali nell’andata, con il golazo di Bruno Peres, la sensazione di potercela fare, la paura di osare e quella rete di Andrea Pirlo allo scadere che ha rimandato il rospo in gola.
UNITI SI PUO' - E allora ecco il patto del Toro per il derby. I tifosi li caricano, i giocatori ci credono. La richiesta, a ogni contatto, è la stesa: «Regalateci questa soddisfazione. Battiamoli»; «Ancora non ho digerito Pirlo: rispediamo quell’amarezza al mittente». Eh sì, quella gara, allo Stadium, ha lasciato il segno. E anche delle certezze. Non a caso, da quella sconfitta è iniziata la serie positiva del Toro, poi fermata dopo 12 risultati utili consecutivi. Perché lì, in quel ko, la squadra ha preso consapevolezza dei suoi mezzi, delle sue qualità, delle sue potenzialità. E così ha svoltato, per un 2015 alla grande, da podio in campionato.
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