Napoli, non solo Benitez...

Viene il sospetto che i problemi del club non siano relativi soltanto a ciò che succede in campo, ma anche e soprattutto dietro le scrivanie della società
Napoli, non solo Benitez...© LaPresse/Spada

Diciamo che al Napoli poteva andare meglio. Due anni orsono, con l’uscita di Mazzarri dallo staff tecnico, sostituito dallo spagnolo Benitez, pareva che il presidente De Laurentiis avesse approntato un progetto per vincere il campionato come ai tempi di Maradona. Qualcosa però è andato storto. Talmente storto da avere impedito alla squadra di raggiungere anche il secondo posto, utile per partecipare alla Champions senza l’incomodo dei preliminari, lunghi, faticosi e stressanti. Evidentemente non era colpa di Mazzarri se i partenopei, nei momenti topici, non erano stati in grado di prodursi in un guizzo per piazzarsi in vetta alla classifica. Anzi, contestiamo che il vecchio allenatore, poi passato all’Inter senza molta fortuna, tutto sommato fece meglio del successore.

E di questo bisogna dargli atto: le opinioni si discutono, mentre la matematica è più fedele di una fotografia per valutare i risultati. Viene il sospetto che i problemi del club non siano relativi soltanto a ciò che succede in campo, ma anche e soprattutto dietro le scrivanie della società. Lo dimostra la rosa degli atleti, ottima negli elementi d’attacco e modesta in quelli difensivi. Infatti il Napoli nel torneo in chiusura ha subìto una caterva di gol, motivo principale di tante sconfitte e pareggi che, con un po’ di attenzione, sarebbero state vittorie. È noto. Una formazione competitiva va costruita badando in primis al reparto arretrato in base a un dogma pallonaro: primo non prenderle. Qui sono stati, invece, commessi errori imperdonabili, aggravati da un centrocampo non impeccabile e in difficoltà nel filtrare le azioni avversarie. Ovvio che non bastassero, per colmare simili lacune, alcune punte eccellenti, una su tutte, Higuain, realizzatore straordinario, conteso sul mercato europeo. Il quale Higuain, peraltro deluso dal rendimento dei suoi compagni, e non in perfetta sintonia con il trainer, probabilmente tenterà di accasarsi altrove in cerca della gloria negatagli sotto il Vesuvio. Il clima al Napoli non è idilliaco. A guastarlo ha contribuito lo stesso De Laurentiis, troppo lamentoso e sempre pronto a polemizzare con arbitri e calciatori, nonché a creare tensioni controproducenti. È indubbio che il presidente non ha lesinato investimenti per dare alla squadra un assetto idoneo a sostenere incontri al massimo livello. Ma si sa che per essere dominanti nel football occorre un’organizzazione perfetta e un’intesa tra spogliatoio e dirigenza. Ciò che purtroppo è mancato alla squadra nell’ultimo biennio. Servirà ricominciare da capo per centrare obiettivi ambiziosi: un nuovo allenatore e alcuni giocatori affidabili onde conferire equilibrio all’équipe. Un lavoro da fare in fretta, nel giro di pochi mesi, perché alla fine di agosto si riprenderà a giocare. Non c’è tempo da sprecare. Frattanto è assodato che la Juventus non starà con le mani in mano. Agnelli e Marotta mirano alla conquista del quinto scudetto consecutivo e già hanno annunciato una campagna acquisti scoppiettante, agevolata dai quattrini incassati grazie alle brillanti prestazioni europee. Il compito di contrastare i bianconeri nel prossimo campionato non sarà agevole per nessuno, figuriamoci per il Napoli che ha già sopportato parecchi sacrifici economici senza ottenere quanto sperava. Se Benitez non prolungherà il contratto (e non lo prolungherà), sarà indispensabile scegliere un allenatore degno. Si fa il nome di Mihajlovic, uomo esperto e di carattere. Auguri a lui e ai tifosi napoletani, ai quali comunque converrà chiedere una spinta a San Gennaro.

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