La Serie A non è per gli italiani: il 56% delle rose viene dall'estero

Nelle prime due giornate di campionato emerge un dato preoccupante per il ct Conte, costretto ormai ad attingere da un bacino quasi prosciugato
La Serie A non è per gli italiani: il 56% delle rose viene dall'estero© LaPresse

ROMA - No, non è proprio un campionato per italiani. La nuova serie A appena partita è stata modificata profondamente dall'ultimo mercato e un dato su tutti fa riflettere, non solo il ct azzurro Conte: nelle prime due giornate sono scesi in campo 336 calciatori e solo 135 di loro erano italiani. Un risultato incredibile. A nulla sono servite le nuove norme imposte dai vertici del calcio per provare ad incentivare l'utilizzo di giocatori nostrani. Niente, zero tutele. Rispetto allo scorso anno siamo scesi dal 45% al 41% di italiani utilizzati in campionato.

DOVE SONO I VIVAI? - E' l'estero il bacino da cui si attinge di più con l'Argentina in testa alla graduatoria assieme al Brasile. Se il Sudamerica ride i nostri vivai piangono. Di giocatori italiani sfornati dalla cantera non se ne vedono più, o si contano sulla punta delle dita. Antonio Conte, il tecnico della Nazionale, si ritrova a pescare da un bacino quasi prosciugato. Fra le squadre italiane fa impressione vedere l'Udinese con il solo Di Natale a tenere alto il tricolore azzurro. All'estremo opposto c'è il Frosinone che può contare su 17 italiani che in provincia riescono a trovare quel minimo di spazio che i grandi club gli negano.

CENTRAVANTI - Meglio non toccare, poi, il tema centravanti. Qui la situazione si fa drammatica. Gli attaccanti azzurri sempre titolari nelle prime due giornate di campionato sono stati quattro: Dionisi (Frosinone), Toni (Verona), Quagliarella (Torino) e Paloschi (Chievo), oltre agli oriundi Eder (Sampdoria) e Vazquez (Palermo). In parole povere, le punte straniere in questo inizio di A sono state il 78% del totale. Un dato che deve far riflettere.

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