Cartellino rosso, l'instabilità del Mancio

I nerazzurri sono assai più tosti di un anno fa, ma non ancora abbastanza per garantire un rendimento proporzionale alle ambizioni della società e dell'allenatore
Cartellino rosso, l'instabilità del Mancio© ANSA

MILANORoberto Mancini non dispone di una rosa irresistibile. Intendiamoci, il suo gruppo è forte e non stupisce che per gran parte del girone di andata abbia collezionato tanti punti, pur non disputando mai partite spettacolari. Non si sta a lungo al primo posto in classifica se non si è bravi e preparati. Per cui l’ articolo che state leggendo non vuole essere demolitorio. L’Inter è attrezzata per competere con qualsiasi avversario. Ma non per battere chiunque e pretendere di vincere lo scudetto con le mani in tasca. Questo ormai è assodato. Chi ha provveduto agli acquisti estivi ha agito bene, ma non benissimo, nel senso che la squadra si compone di giocatori volitivi, muscolarmente dotati, ma non di fenomeni, pertanto sarà difficile che essa riesca a tenere il ritmo del Napoli e  della Juventus che, invece, dispongono di autentici campioni: ad esempio Higuain e Dybala. Fin qui crediamo ci sia poco da discutere. In estrema sintesi. I nerazzurri sono assai più tosti rispetto a un anno  fa, ma non ancora abbastanza per garantire un rendimento proporzionale alle ambizioni della società e dell’allenatore. Il quale allenatore, pur avendo un curriculum professionale di tutto riguardo, mostra qualche difetto che alla fine incide sulle prestazioni dei suoi uomini. Il litigio che egli ha avuto con Sarri di per sé è stato una sciocchezza simile a molti altri episodi accaduti in passato sui campi di calcio. Un battibecco da osteria meritevole di essere dimenticato in omaggio alla decenza. Il trainer del Napoli ha sbagliato a usare espressioni da trivio per giudicare il collega. Gli ha dato del frocio, il che non è gentile. Poiché tuttavia Mancini frocio non è, non si può affermare che l’insulto fosse offensivo o diffamatorio. Al massimo costituiva una calunnia. Ma al di là di questa sottigliezza, non era certo il caso di montare una polemica di dimensioni spropositate. La reazione dell’interista ha rivelato una instabilità umorale indegna di un personaggio avvezzo agli scontri provocati dalla tensione agonistica. Una instabilità anche nervosa che non può non riflettersi negativamente sugli atleti di cui Roberto ha la responsabilità tecnica. Non avremmo comunque rievocato l’incidente avvenuto al San Paolo se Mancini non avesse concesso il bis dopo la gara pareggiata in casa con il Carpi. Egli infatti, irritato per il risultato, si è lanciato in commenti fuori luogo nei confronti dei propri attaccanti incapaci a suo dire di svolgere correttamente il loro mestiere. In particolare, ha rivolto a Icardi una critica distruttiva che non contribuisce a rasserenare l’ambiente. Questa: il gol fallito dalla mia punta lo avrei segnato persino io cinquantenne. Il che peraltro non è vero in quanto il Mancio, pur essendo stato un calciatore importante, di reti ne sbagliò parecchie a suo tempo. Normale. Il problema è l’arroganza che egli ha esibito senza ritegno, la quale arroganza non gioverà di certo al morale del goleador né a quello dei compagni. Se i calciatori non si sentono stimati da colui che li ha scelti è evidente che lo ripagheranno con egual moneta. Un clima teso nello spogliatoio è il miglior viatico dell’insuccesso.

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