NAPOLI - Un disastro. Al 22’ il Torino è già non solo sconfitto (per 3 a 0), ma anche letteralmente devastato. E senza più speranze. Tripletta di Mertens in 9 minuti, dal 13’ in avanti del primo tempo (il 2 a 0 al 18’ su rigore per fallo di Barreca), prima del poker del belga nella ripresa. Il Napoli si diverte: vince in un quarto d’ora, in pratica, e poi si allena, confezionando a lungo persino un torello tra la mediana e la trequarti, con improvvise zampate imbastite sui movimenti del belga, innanzi tutto, e sugli inserimenti di Insigne e Callejon. E se gli attaccanti azzurri fossero stati più precisi, o se Hart non avesse alzato il muro, quando possibile, il primo tempo sarebbe finito persino con un risultato ancor più largo per la squadra di Sarri. Che nel 2016, in casa, in campionato, è sempre andata in gol, dalla sfida della Befana proprio col Toro a questo nuovo giro di giostra con i granata. Mertens, in meno di 4 mesi, ha firmato 17 reti, tra campionato, Champions e partite col Belgio. Una tripletta e poi un poker, nelle ultime gare tra Cagliari e Toro: in attesa di Milik (e Pavoletti), il “falso nueve” fa sfracelli. E pure sognare i napoletani, nella rincorsa a un piazzamento in Champions a fine stagione, ma prim’ancora pensando alla sfida col Real. Nella ripresa-allenamento le altre 5 reti, nei fatti ininfluenti, con le tattiche saltate su entrambi i fronti: nell’ordine, di Belotti, Chiriches, Rossettini, Mertens e Iago, per il 5 a 3 finale.
DISASTRO - E il Toro? Un disastro, appunto. Perché oltre ai meriti indubbi del Napoli, squadra complessivamente decisamente superiore ai granata per cifra tecnica, si stagliano gli incredibili e pervicaci errori del Toro, in questa Caporetto (anche per Mihajlovic). Perché la mediana fa acqua, le fasce sono terra (quasi) di nessuno e dietro viene a galla una gruviera, tra errori individuali e di linea. Miha aveva provato a mettere Zappacosta alto al posto di Iago (come nella ripresa contro l’Empoli a settembre) e Moretti in luogo di Castan, che ha pagato gli errori nel derby. Un tentativo (vano) di orchestrare anche una via di mezzo tra il 4-3-3 e il 4-5-1, in fase difensiva. Ma tutto naufraga fin da subito. Granata molli come lo stracchino, poco portati al pressing e in balia degli eventi. Con un solo rimpianto: un contropiede non sfruttato da Belotti con Zappacosta libero, un attimo prima del 2 a 0. La verità è che la fase difensiva peggiora progressivamente, man mano che il Toro affronta squadre di qualità.
NON BASTA IL MERCATO - La formazione di Miha non sa difendere, e si fa buggerare persino nella gestione banale degli angoli contro: vedi come è nato il gol dell’1 a 0, con un triangolo napoletano dalla bandierina. Qui non si tratta solo di pianificare rinforzi di peso in ogni reparto per gennaio: si tratta anche di imparare a proteggere Hart (e la speranza di fare risultato, nel caso). Se no, è inutile dire di voler vincere dappertutto: una chimera, al dunque, contro le squadre più forti (e furbe). Tanto è vero che adesso, per il Toro, la classifica parla una lingua sempre più provinciale e sempre meno europea. Dopo l’avvertimento di Cairo di metà settimana (