Serie A, Torino-Pescara 5-3: doppiette di Belotti e Benali

La squadra di Mihajlovic dilaga e poi si rilassa nel finale, ma batte gli abruzzesi in caduta libera e torna a vincere dopo quasi due mesi
Serie A, Torino-Pescara 5-3: doppiette di Belotti e Benali© LaPresse

TORINO - Non è un miracolo, perché al tappeto è andato il Pescara, ma il Toro torna finalmente a vincere (addirittura con una goleada), 52 giorni dopo l’ultimo successo contro il Genoa. Ma che colpevole immaturità, nel corso della ripresa, quando i granata, per distrazione, presunzione e fragilità mentale, hanno cominciato a regalare metri e gol agli abruzzesi: tre, addirittura, con Mihajlovic furibondo davanti alla panchina (il Delfino non ne segnava tanti in una sola partita in A dal 1993!). “Evviva, evviva, evviva”, può urlare, comunque, chi ha il sangue granata nelle vene. Tre volte evviva, come i punti conquistati. Tre, come i gol che hanno spaccato il match in appena 15 minuti. Tre, come i volti dei protagonisti primi, subito a segno: tutti, manco credessimo alle favole, in odor di riscatto e poi riscattatisi per davvero, dopo gli errori o il nervosismo di Empoli (Iago, post rigore inciuccato; Ajeti, post pozzanghera dell’1-1; e Belotti, post lite proprio con lo spagnolo). Quindi, nella ripresa, arriveranno anche la rete di Ljajic e la doppietta del 'Gallo' (17 gol in campionato!), a completare il quadretto, che è per il Toro un’enorme medicina. Un ricostituente salvifico, visto che la squadra di Miha arrivava da una sola vittoria nelle 9 gare precedenti.

IL TABELLINO

ITURBE ARRABBIATO - Domenica, a Roma con i giallorossi, e la settimana dopo a Firenze, i test ben più probanti: per capire se la malattia è davvero superata. Ma di sicuro i tre gol regalati al Pescara al 28’, al 30’ e al 38’ della ripresa (autorete di Ajeti, poi l’uno-due di Benali) suonino come un avviso minaccioso ai naviganti distratti: Mihajlovic si è incavolato di brutto, in presa diretta. Ed è da censurare anche il comportamento di Iturbe: che ha tirato un calcio rabbioso a una bottiglietta, quando ha capito che entrava Boyé e non lui, nel finale. Ma intanto: tutto è bene quel che finisce bene, per il Toro. Un’altra cinquina in casa, come al Bologna e al Cagliari: una riscossa, insomma, seppur sporcata nel finale. La cronaca, ora.

AVANTI LUKIC! - Si comincia. Toro con Lukic (all’esordio da titolare in A) e Obi al posto degli squalificati Valdifiori e Baselli, con i rientri in panca di Zappacosta, Maxi Lopez e Molinaro (che si era spaccato un ginocchio a settembre; sempre out Castan, Rossettini e Carlao, invece). Pescara decimato (sei assenti tra infortuni e scelte tecniche), ma ugualmente schierato da Oddo con un 4-3-2-1 che si rivelerà, strada facendo, una gruviera tattica, di fronte ai veloci e talentuosi attaccanti granata. Tant’è che già al 27’ il tecnico fa entrare Crescenzi per Kastanos e rimodella il Delfino, che passa a un più compatto 4-1-4-1, con Brugman appena davanti alla linea difensiva. Ma è già troppo tardi, terribilmente tardi, anche se non è ancora trascorsa nemmeno mezz’ora di gioco: perché il Toro era già volato sul 3-0, sfiorando a più riprese anche il quattro.

LE STATISTICHE DEL MATCH

UNO, DUE, TRE! - Non c’è stata partita, in effetti, almeno fino al 5-1: sul prato si è riflesso ciò che dice la classifica, con gli abruzzesi derelitti sul fondo a distanze siderali. I fatti. Dopo 65 secondi la difesa di burro di Oddo va già sotto: cross di Barreca, torre sporca di Benassi in mischia e zampata vincente di Iago da due passi (con Stendardo che, colpevolmente, tiene in gioco lo spagnolo). Gioca solo il Toro, che al 9’ raddoppia. Altro traversone, Belotti ci va di testa, palla di nuovo ballerina in mischia e stavolta è “l’uomo della pozzanghera” a trovare gol e riscatto in un colpo solo, come prima Iago: stoccata finale di Ajeti e 2-0. Quindi, al 15’, il fulmineo 16° gol in campionato di Belotti, in contropiede: tiro dal limite del 'Gallo' e 3-0, dopo che il centravanti aveva percorso mezzo campo palla al piede e fatto passare il fendente in mezzo alle gambe di Stendardo, prendendo così sul tempo Bizzarri in tuffo. Proprio il portiere abruzzese riuscirà più tardi a evitare ulteriori tracolli, con interventi alla disperata: al 18’ respingendo un tiro di Ljajic, solo davanti a lui, ma in posizione defilata; al 19’ su tiro infingardo di Iago, deviato in mischia; al 21’ su incornata di Ajeti, da angolo.

HART OK, OBI KO - Il Toro comincia a tirare il fiato, lasciando spazio e ossigeno anche al Pescara. Che non a caso trova un varco al 35’, di fronte a granata un po’ meno feroci e attenti, ormai: paratona di Hart, con riflessi da giaguaro, su una deviazione volante di Caprari. Poi, nel finale di tempo, l’ennesima uscita dal campo di Obi, vittima di una contusione con ricadute muscolari, tanto per cambiare: il nigeriano chiede il cambio e al suo posto entra il giovane svedese Gustafson, al debutto in campionato.

TIFOSI PESCARA: VIA! - Ripresa. Esce anche Stendardo, per Coda (poi nel Toro si rivedrà Acquah, con alle spalle la Coppa d’Africa, al posto di un applauditissimo Lukic, che non meritava di uscire: non a caso nella parte finale del match il centrocampo granata ha iniziato a imbarcare acqua. Un problema tattico e tecnico che ha ingigantito gli svarioni difensivi di Ajeti e compagnia, nel prosieguo della gara, negli ultimi 20 minuti). All’8’, comunque, il 4-0: di Ljajic, con un tiro a giro, letto male da Bizzarri. Al 16’ la doppietta del 'Gallo': bravissimo ad allungarsi e a deviare in rete di testa su cross di Iago. I già pochi tifosi del Pescara a quel punto se ne vanno polemicamente, lasciando deserto il settore ospiti. E non vedono l’autorete di Ajeti al 28’, e la doppietta successiva di Benali. Ma la musica, almeno per loro, non cambia. Per il Toro, invece, sì.

IL FILM DELLA PARTITA

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