Napoli-Juve sulla pelle: da Insigne a Higuain

Dai richiami ai familiari alle frasi da battaglia: “Impossible is nothing” di Marchisio, “Hasta la victoria” del Pipita
Napoli-Juve sulla pelle: da Insigne a Higuain

TORINO - Una sfida da giocare anche... a pelle, Napoli-Juventus. Una pelle piena zeppa di tatuaggi, nel caso specifico. Moda bipartisan: azzurri e bianconeri non si tirano certo indietro quando si tratta di sottoporsi ai pennarelloni puntuti dei tatuatori. L’ultima opera d’arte, fatta fare proprio in questa settimana d’avvicinamento al big match del San Paolo, campeggia ora sulla schiena di Lorenzo Insigne: quattro leoni giganti (leone, leonessa e due cuccioli) che rappresentano il giocatore, sua moglie Jenny e i loro due figli, Carmine e Christian.



Il tutto, opportunamente documentato via social. I richiami ai familiari sono moltissimi nei tatuaggi dei calciatori, ma non mancano anche scritte e disegni più a tema sportivo. Veri e propri gladiatori, incitamenti a dare il massimo che campeggiano su avambracci, schiene e pettorali. Claudio Marchisio, ad esempio, non avrà mai modo di dimenticare che “impossible is nothing”, nulla è impossibile. Il messaggio campeggia infatti sul suo avambraccio destro. Higuain si è invece fatto tatuare sulla schiena la rivoluzionaria frase “hasta la victoria siempre”, celebre motto di Che Guevara. Ma perché, ci si chiede, c’è questa smania di tauaggi diffusa tra i calciatori? Ci aiuta a capirlo Franco Roggia, noto tatuatore torinese che ha lavorato e lavora con diversi calciatori: tra gli altri Simone Pepe, Giorgio Chiellini, Andrea Pirlo, Luca Marrone, Alvaro Morata, Leonardo Bonucci... «I calciatori si tatuano già da giovani, già in Primavera. Se ci fate caso, arrivano ai grandi club già tatuati. Perché vogliono emulare i loro miti. E poi perché sono persone come tutti, sono giovani e brillanti, hanno disponibilità economica. Da un lato, seguono tutto ciò che è l’estetica: i vestiti, il taglio di capelli, le belle auto. Dall’altro cercano anche stimoli e vogliono dimostrare la loro carica, la loro grinta. E non dimentichiamo l’aspetto del marketing».

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