Pagina 2 | Serie A, Verona-Torino 2-1: crollo nel gioco, disastro granata

VERONA - Disastro. E non può essere solo l’effetto negativo del derby, che si trascina da 3 anni come una maledizione. Il Toro perde anche a Verona al termine di una partitaccia (2 a 1, doppietta di Valoti e gol di Niang), il portiere gialloblù Nicolas non è quasi mai impegnato nonostante la difesa veneta sia un colabrodo, Pecchia piazza un allungo salvifico, mentre la squadra di Mazzarri crolla in un’abulia fin incomprensibile, nel gioco e nell’intensità. La crisi è di nuovo aperta. Altro che rimonta per l’Europa. Così facendo, i giocatori non salvano neanche la faccia, adesso. E ora raccontiamo le fasi salienti del match.

GOL DAVVERO A FREDDO - La cronaca del primo tempo è talmente scarna da poter venir ridotta a poche righe. Nessun tiro nello specchio, gol a parte, nessuna emozione degna di questo nome e un generale non-gioco, soprattutto dalle parti del Toro. Che pure tiene di più la palla (59% a 41), ma non riesce a incidere nemmeno quando Niang si avvicina a Belotti per trasformarsi da esterno in seconda punta. La partita è spezzettata di continuo su entrambi i fronti tra errori nei fraseggi, dribbling e lanci inciuccati, falli e ammonizioni. Al Verona, in vantaggio già dopo 12’ nella ghiacciaia del Bentegodi, la cosa non disturba né danneggia troppo, anche perché comunque i gialloblù mostrano di correre di più, globalmente. La sterilità del Toro a centrocampo (dove manca l’unico dai piedi buoni, Baselli, che però era stato tra i peggiori nel derby) e in attacco è invece davvero sconfortante, nonostante il Verona abbia la peggior difesa del campionato, dopo il Benevento. Ed è acuita dall’assenza di un cambio di ritmo o di qualche invenzione individuale.

DUE SOLE AZIONI - Due sole note sul taccuino nei primi 45’. Al 12’ l’1 a 0: angolo, torre di Vukovic e gol di Valoti da due passi, anche lui di testa, tutto solo (N’Koulou aveva lasciato le marcature per “fregare” Petkovic, che però era in fuorigioco ininfluente). Al 28’ l’unico tentativo del Toro, seppur risibile: girata altissima spalle alla porta da dentro l’area di Belotti su servizio di Niang, di testa.

SUBITO L’1-1 - Ripresa. Nessun cambio, ma spartito presto modificato. E dopo che al 3’ il Verona sfiora il 2 a 0 con un tiro di Petkovic, parato in tuffo in angolo di Sirigu. Perché 1’ dopo la fase difensiva dei veneti va per farfalle e il Toro pareggia con un contropiede perfetto, innescato da Belotti, bravo a resistere a un fallo, ad andarsene e a liberare Iago. Assist per Niang e botta a colpo sicuro, davanti a Nicolas.

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PARTITA APERTA - Adesso la partita è aperta, Pecchia inserisce Matos per Romulo per cercare nuovi spunti offensivi, ma il Toro è più spigliato rispetto ai primi 45’ e al 15’ confeziona un altro contropiede pericoloso (Rincon-Belotti), però non sfruttato a dovere. Così come N’Koulou spreca al 18’ un’altra occasione d’oro, post mischia da angolo: tiraccio alto dal cuore dell’area. Entra anche Zuculini per Verde, ma il Verona continua a far fatica a impostare, pur provandoci. 

RIECCO LJAJIC, MA E’ 2-1 - Dopo oltre 2 mesi al 25’ torna in campo anche Ljajic, al posto di Acquah: Mazzarri prova a vincere passando al 4-4-2, col serbo e Iago sulle fasce e Niang-Belotti davanti. Replica Pecchia: Fossati per Calvano. Adesso il Toro cerca di premere maggiormente, ma è solo un’illusione, perché al 32’ becca un’altra pera: marcature allentate e lente, tiro dal limite di Petkovic, respinta in tuffo di Sirigu e botta a porta vuota di Valoti, tutto solo.

ULTIME SPERANZE - Mazzarri cambia subito: Baselli per Obi. E poco dopo Berenguer per Iago. I granata si buttano in avanti ma disordinatamente, con poche idee. La pressione però c’è, gli angoli si ripetono, e i pochi guizzi si vedono quando Ljajic va (un po’ anche per i cavoli suoi) in mezzo, a fare il trequartista. Ma neanche il forcing finale origina tiri in porta, a parte un colpo di testa innocuo di Berenguer al 90’. Per il Verona sono 3 punti d’oro nella ricerca della salvezza. Mentre il Toro perde, deperisce. Sparisce.    

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PARTITA APERTA - Adesso la partita è aperta, Pecchia inserisce Matos per Romulo per cercare nuovi spunti offensivi, ma il Toro è più spigliato rispetto ai primi 45’ e al 15’ confeziona un altro contropiede pericoloso (Rincon-Belotti), però non sfruttato a dovere. Così come N’Koulou spreca al 18’ un’altra occasione d’oro, post mischia da angolo: tiraccio alto dal cuore dell’area. Entra anche Zuculini per Verde, ma il Verona continua a far fatica a impostare, pur provandoci. 

RIECCO LJAJIC, MA E’ 2-1 - Dopo oltre 2 mesi al 25’ torna in campo anche Ljajic, al posto di Acquah: Mazzarri prova a vincere passando al 4-4-2, col serbo e Iago sulle fasce e Niang-Belotti davanti. Replica Pecchia: Fossati per Calvano. Adesso il Toro cerca di premere maggiormente, ma è solo un’illusione, perché al 32’ becca un’altra pera: marcature allentate e lente, tiro dal limite di Petkovic, respinta in tuffo di Sirigu e botta a porta vuota di Valoti, tutto solo.

ULTIME SPERANZE - Mazzarri cambia subito: Baselli per Obi. E poco dopo Berenguer per Iago. I granata si buttano in avanti ma disordinatamente, con poche idee. La pressione però c’è, gli angoli si ripetono, e i pochi guizzi si vedono quando Ljajic va (un po’ anche per i cavoli suoi) in mezzo, a fare il trequartista. Ma neanche il forcing finale origina tiri in porta, a parte un colpo di testa innocuo di Berenguer al 90’. Per il Verona sono 3 punti d’oro nella ricerca della salvezza. Mentre il Toro perde, deperisce. Sparisce.    

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