Giù le mani dal Milan

L'editoriale del Direttore di Tuttosport
Giù le mani dal Milan© www.imagephotoagency.it

Il gioco è talmente scoperto che sarebbe anche ora di cambiare registro. Era già accaduto sei mesi fa, quando l’Uefa aveva bocciato la proposta di accordo volontario presentatale dal Milan. E’ accaduto di nuovo ieri. Il copione è consumato: da Nyon filtrano i primi spifferi, naturalmente anonimi; si cerca e si trova una sponda oltre Atlantico che, sulla base di fonti, naturalmente anonime, annuncia l’esclusione dei rossoneri dalle coppe. La notizia si propala immediatamente e, senza uno straccio di conferma, la sentenza viene emessa come se fosse già passata in giudicato, dimentichi del Tas, il Tribunale dell’Arbitrato Sportivo davanti al quale il Milan sicuramente ricorrerà, in caso di decisione avversa della camera arbitrale dell’organo finanziario di controllo dell’Uefa. Camera arbitrale chiamata in causa dalla camera di investigazione dello stesso organo, secondo la quale «permangono incertezze sul rifinanziamento del debito e sugli effetti passivi da pagare entro ottobre 2018». Ora, a parte il fatto che risulta come la stessa camera investigativa abbia dato un’occhiata sin troppo sommaria (eufemismo) alla documentazione presentata dal Milan.

«Milan fuori dalle coppe europee»

A parte il fatto che i solerti Gnomi non hanno tenuto conto di tutti gli impegni finanziari onorati da Yonghong Li sin da quando, 13 aprile 2017, è diventato presidente del Milan accollandosi pure i 220 milioni di debiti della gestione berlusconiana. A parte tutto questo, come la mettiamo con il conto economico del Psg che in questi anni è esploso grazie alle sponsorizzazioni provvidenzialmente piovute sul club quando lo stesso si è dato alle spese folli? Non lo chiede solo Tuttosport: l’ha scritto l’11 aprile scorso l’autorevole Financial Times, considerato una delle bibbie della stampa economica mondiale. Secondo il giornale, le investigazioni preliminari sui conti dei parigini, in relazione al mercato 2017, avrebbero evidenziato contratti commerciali per 200 milioni di euro ritenu- ti “sovrastimati”. L’inchiesta è scattata su- bito dopo le pazzie del Psg per Neymar (220 milioni spesi per la clausola) e per Mbappé (prestito con obbligo di riscatto per altri 180 milioni di euro). L’Uefa fa la dura con il MiIan sventolando la nuova linea dura del fair play finanziario, entrata in vigore ieri, quando sa benissimo che il club rossonero ha fatto tutto ciò che poteva e doveva per mettersi in regola. Intanto, non si pronuncia sul caso Psg. Va bene l’autonomia degli organismi di Ceferin e bla bla bla: ma la Figc deve intervenire politicamente a Nyon in difesa del Milan e, più in generale, degli interessi del calcio italiano. Che nelle coppe europee è già stato massacrato da alcuni arbitri designati da Collina (chiedere in ordine alfabetico all’Atalanta, alla Juve, alla Lazio, al Milan, al Napoli). Adesso, la vittima sacrificale deve essere il club rossonero, della serie colpirne uno per educarne cento. E’ arrivato il momento di dire basta. E bisogna dirlo adesso

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