Stadi aperti, dilettanti allo sbaraglio

Stadi aperti, dilettanti allo sbaraglio© LAPRESSE

Non c’è niente da fare: il nostro è il meraviglioso Paese dei dilettanti allo sbaraglio che, quando si tratta dello sport, del calcio e del tennis in particolare, obbediscono a una sola regola: la baraonda. Luigi De Siervo, ad della Lega A, dice il vero: «La situazione è surreale. Abbiamo presentato a luglio un protocollo di oltre 300 pagine per la riapertura parziale in massima sicurezza degli stadi, dettagliando modalità di ingresso, permanenza e deflusso dei tifosi. Al netto delle sacrosante deroghe della Regione Emilia Romagna, oggi, alla ripartenza del campionato, il caos regna ancora sovrano».

La quota mille per gli eventi all’aperto, annunciata da Spadafora, rappresenta un primo passo. Anche se per gli Internazionali d’Italia, la decisione suona beffarda poiché riguarda le semifinali e le finali. Ma ci voleva tanto a muoversi prima? Se così fosse stato, si sarebbe evitato un danno enorme agli organizzatori e allo stesso Lazio, cui la competizione tennistica frutta un indotto di 100 milioni di euro. Eppure, l’11 agosto, alle autorità competenti la Federtennis di Binaghi aveva presentato il proprio protocollo. La risposta negativa è arrivata solo il 4 settembre, peraltro con motivazioni che non stavano né in cielo né in terra.

E tutto questo, mentre il presidente dell’Emilia Romagna, compagno di partito del presidente del Lazio, autorizzava l’apertura parziale del circuito di Misano a 10 mila spettatori per i due gran premi della Moto Gp. E ancora: pubblico al 25 per cento nel PalaBanca di Piacenza e nel Pala De André di Ravenna per gli ottavi della Coppa Italia di volley maschile (13 e 23 settembre); al palasport Panini di Modena per la Supercoppa (23 settembre) e per la Supercoppa di basket sempre in Emilia. Non è un caso che, con il pragmatismo che lo contraddistingue, appresa la decisione ministeriale, Bonaccini abbia subito autorizzato mille spettatori per Parma-Napoli e Sassuolo-Cagliari.

E gli altri? Vogliamo parlare della richiesta juventina avallata dalla Regione Piemonte, ma bocciata a Roma? Il club bianconero aveva proposto una capienza massima di ottomila spettatori, poi ridotta a mille: tutto cassato dall’ultimo decreto di Conte (Giuseppe), datato 7 settembre e prorogante la chiusura di stadi e discoteche sino al 7 ottobre. Ieri, 18 settembre, è arrivata la deroga di quota mille: è scattata subito, ma solo in Emilia-Romagna. Flaiano ha sempre ragione: in Italia la linea più breve fra due punti è un arabesco. Viviamo in una rete di arabeschi.

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