L’Atalanta oggi? È quella di ieri. Ecco cosa deve fare la Juventus

I bergamaschi, troppo attendisti nella prima parte di stagione, ripropongono pressing, baricentro alto e attacchi esterni
L’Atalanta oggi? È quella di ieri. Ecco cosa deve fare la Juventus

L’Atalanta è tornata. Questa affermazione non riguarda solo la recente striscia di risultati positivi (con 7 punti conquistati nelle tre partite di inizio 2023) che ha invertito la rotta rispetto alle precedenti uscite (tre sconfitte rimediate contro Napoli, Lecce e Inter prima della sosta per i Mondiali), ma si riferisce soprattutto al riaffacciarsi di una proposta di gioco più vicina a quella che abbiamo conosciuto in queste stagioni sotto la gestione di Gian Piero Gasperini.

Nella prima parte dell’anno infatti la Dea aveva in qualche modo abiurato quel calcio fortemente attivo in entrambe le fasi di gioco che aveva caratterizzato i nerazzurri nelle ultime annate. La nuova versione dell’Atalanta era maggiormente attendista, soprattutto nelle partite contro avversari di pari o di superiore livello. Questa decisione era stata presa da Gasperini consequenzialmente ad una rosa che mancava di alcuni elementi risultati in passato chiave per giocare un altro tipo di calcio (segnatamente il Papu Gomez e Josip Ilicic). Lo stesso Gasp aveva dichiarato che la nuova Atalanta, più reattiva, andava contro il proprio modello ed era figlia di un adattamento al materiale a disposizione.

A partire dalle ultime settimane, come detto, il vento proveniente da Bergamo è però cambiato, tornando a spirare nella stessa direzione degli anni precedenti. Così abbiamo ritrovato una Atalanta tradizionale: baricentro alto, pressing avanzato uomo contro uomo a tutto campo, attacchi esterni sfruttando i quadrilateri laterali.

I dati certificano questo ritorno al passato. L’Atalanta rimane una squadra verticale (7.99 secondi il tempo medio per azione offensiva, 3.08 i passaggi per sequenza d’attacco) che però ha ricominciato a difendersi nell’altra metà campo, come certificano l’indice PPDA, un misuratore del pressing offensivo (il quinto più basso nella massima serie con 12.01) e la Build-up Disruption (+32%) che quantifica l’efficacia del pressing di una squadra sul possesso avversario.

All’interno della nuova-vecchia versione dell’Atalanta ci sono due giocatori ai quali la Juventus dovrà prestare particolare attenzione: si tratta degli attaccanti Rasmus Hojlund e Ademola Lookman, che stanno attraversando un ottimo periodo di forma e che si completano a vicenda. Per quanto riguarda Hojlund, il danese ha finora segnato 4 gol e fornito un assist fuori da 20 tiri effettuati, con una percentuale di precisione nelle conclusioni del 45%. Fra i centravanti della Serie A l’ex Sturm Graz risulta il secondo per gol attesi senza le occasioni su rigore (non-penalty expected goals) con un dato di 0.47 per novanta minuti. Venendo invece a Lookman, basti ricordare che ii nigeriano è il vice-capocannoniere del campionato con 9 reti realizzate, dietro il solo Osimhen (12).

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Che cosa deve fare la Juve

Contro una Atalanta che è tornata al suo vecchio stile, la formazione guidata da Massimiliano Allegri dovrà prima di tutto vincere i duelli individuali, sia in possesso che in non possesso. Gasperini inoltre potrà presentare a Torino un undici estremamente fisico, con centrocampisti come Ederson, de Roon e Pasalic (in dubbio) che rappresentano bene l’ideale dell’interno amato dal tecnico di Grugliasco, vale a dire quello fatto di corsa, resistenza fisica, pressione e inserimenti in avanti.

Se poi il Gasp vorrà alzare il livello di imprevedibilità dei nerazzurri, ha la possibilità di farlo inserendo dall’inizio o a gara in corsa Jeremy Boga. Alle prese con difficoltà di adattamento al nuovo contesto all’inizio della sua avventura a Bergamo, l’ivoriano è ora più integrato nel contesto (3 assist prodotti in 208 minuti disputati). Come si vede l’Atalanta è molto pericolosa in attacco, anche se concede qualcosa a livello difensivo. Sono infatti 20 le reti subite, che rendono quella bergamasca la quinta difesa di questo torneo insieme a quelle di Milan, Torino e Lecce.

(DATI: SOCCERMENT, OPTA, GRAFICHE VIDEOMATCH DI SICS)

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L’Atalanta è tornata. Questa affermazione non riguarda solo la recente striscia di risultati positivi (con 7 punti conquistati nelle tre partite di inizio 2023) che ha invertito la rotta rispetto alle precedenti uscite (tre sconfitte rimediate contro Napoli, Lecce e Inter prima della sosta per i Mondiali), ma si riferisce soprattutto al riaffacciarsi di una proposta di gioco più vicina a quella che abbiamo conosciuto in queste stagioni sotto la gestione di Gian Piero Gasperini.

Nella prima parte dell’anno infatti la Dea aveva in qualche modo abiurato quel calcio fortemente attivo in entrambe le fasi di gioco che aveva caratterizzato i nerazzurri nelle ultime annate. La nuova versione dell’Atalanta era maggiormente attendista, soprattutto nelle partite contro avversari di pari o di superiore livello. Questa decisione era stata presa da Gasperini consequenzialmente ad una rosa che mancava di alcuni elementi risultati in passato chiave per giocare un altro tipo di calcio (segnatamente il Papu Gomez e Josip Ilicic). Lo stesso Gasp aveva dichiarato che la nuova Atalanta, più reattiva, andava contro il proprio modello ed era figlia di un adattamento al materiale a disposizione.

A partire dalle ultime settimane, come detto, il vento proveniente da Bergamo è però cambiato, tornando a spirare nella stessa direzione degli anni precedenti. Così abbiamo ritrovato una Atalanta tradizionale: baricentro alto, pressing avanzato uomo contro uomo a tutto campo, attacchi esterni sfruttando i quadrilateri laterali.

I dati certificano questo ritorno al passato. L’Atalanta rimane una squadra verticale (7.99 secondi il tempo medio per azione offensiva, 3.08 i passaggi per sequenza d’attacco) che però ha ricominciato a difendersi nell’altra metà campo, come certificano l’indice PPDA, un misuratore del pressing offensivo (il quinto più basso nella massima serie con 12.01) e la Build-up Disruption (+32%) che quantifica l’efficacia del pressing di una squadra sul possesso avversario.

All’interno della nuova-vecchia versione dell’Atalanta ci sono due giocatori ai quali la Juventus dovrà prestare particolare attenzione: si tratta degli attaccanti Rasmus Hojlund e Ademola Lookman, che stanno attraversando un ottimo periodo di forma e che si completano a vicenda. Per quanto riguarda Hojlund, il danese ha finora segnato 4 gol e fornito un assist fuori da 20 tiri effettuati, con una percentuale di precisione nelle conclusioni del 45%. Fra i centravanti della Serie A l’ex Sturm Graz risulta il secondo per gol attesi senza le occasioni su rigore (non-penalty expected goals) con un dato di 0.47 per novanta minuti. Venendo invece a Lookman, basti ricordare che ii nigeriano è il vice-capocannoniere del campionato con 9 reti realizzate, dietro il solo Osimhen (12).

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