Genoa-Torino, fischia CalVARese: Giua e i cartellini "senza cronometro"

Nella settimana della polemica di Rocchi sui comportamenti di calciatori e dirigenti il direttore di gara 35enne dispensa sorrisi e limita lamentele e proteste

Nella settimana della polemica di Gianluca Rocchi sui comportamenti di calciatori e dirigenti, Antonio Giua, che ha appena 35 anni ma è già un veterano per anni di appartenenza alla Can, non trova intoppi in Genoa-Torino, seppure aiutato da una partita in cui i calciatori pensano soprattutto a giocare, limitando lamentele e proteste.

Genoa-Torino, gli episodi arbitrali

Ventidue i falli fischiati in totale, undici per parte. Nessun grattacapo nelle due aree di rigore, corretti i cinque gialli, che diventano sei se si considera quello a Ivan Juric per proteste. Peraltro l’allenatore granata aveva ragione: non c’è fallo su Retegui, che scivola sul pallone. Mi è piaciuto invece quando l’arbitro sardo nel giro di pochi minuti ha decretato due ammonizioni per due falli consecutivi su Raoul Bellanova, prima quello di Ruslan Malinovskyi e poi quello di Aaron Martin. I cartellini infatti non hanno un “cronometro”: assegnarne due in poco tempo non costituisce un problema per un direttore di gara, se la sanzione è corretta come in questo caso.

Conoscendo le due squadre e avendole arbitrate molte volte, Giua riesce a districarsi bene anche sotto questo punto di vista. Dispensa poi qualche sorriso, il che non guasta, visto il clima che si è creato tra arbitri e società in questa fase della stagione.

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