Gomez: «Percassi, Gasp e i tifosi: così è tornata la Dea»

«Abbiamo patito molto lo choc di Copenaghen, ma questo è un club di livello europeo, sostenuto da un pubblico che non ti lascia mai solo»
Gomez: «Percassi, Gasp e i tifosi: così è tornata la Dea»

ZINGONIA - Non ci crederete, ma questo incontro con il Papu è tutto merito di Holly, alias Oliver Hutton, il ragazzino giapponese che indossa la maglia N.10 e da grande vuole vincere il mondiale. Il suo acerrimo rivale sportivo è Benji Price, portiere imbattibile fino a quando, sulla sua strada, non incontra Holly.

SUPERCAMPEONES - «Quand’ero piccolo, non mi perdevo una puntata di questi cartoni animati. Holly & Benji in Argentina erano semplicemente i Supercampeones. Tornavo da scuola e alle cinque, cascasse il mondo, mi piazzavo davanti alla tv. Mi piaceva Holly, il numero che portava sulla maglia, lo stesso che porto io, i gol che segnava e il modo in cui li segnava. Direttore, decidendo di costruire pezzo dopo pezzo la statua gigante di Holly, assieme ai vostri lettori, avete avuto proprio una bella idea. Bautista impazzirà. Possiede già tutte le statuine della collezione». Più tardi, su Instagram, dove il papà è seguito da quasi due milioni di persone, apparirà l’immagine di Bautista, sorridente accanto a Holly. L’ha postata suo padre. Bautista, 6 anni, è il primogenito di Alejandro Gomez. Poi c’è Costantina e il 30 ottobre,la signora Linda Gomez ha dato alla luce il suo terzogenito, Milo. Trenta ottobre, gran bella data per chi ama il calcio: è il giorno in cui è nato Diego Armando Maradona. Il Papu sorride. Si vede che è un uomo felice. «E fortunato: questi sono gli anni migliori nella storia dell’Atalanta e io li sto vivendo benissimo e la gente si ricorderà di noi per molti anni. La squadra aveva patito molto lo choc di Copenaghen, l’eliminazione ai rigori dai preliminari di Europa League dopo tutta la fatica che avevamo fatto per arrivare al playoff. Ma questo è un club di livello europeo per solidità, organizzazione, strutture, uomini. Con un pubblico che non ti lascia mai solo: i tifosi ci danno una carica pazzesca, allo stadio si respira una passione contagiosa E poi, i Percassi. il presidente, Antonio e l’amministratore delegato, suo figlio Luca: non c’è stato un momento in cui abbiano perso la fiducia in noi e in Gasperini. Anche e soprattutto quando sono arrivate le sconfitte di fila ed eravamo piombati nella zona bassa della classifica. L’atteggiamento dei dirigenti nel momento più critico è stato determinante: la squadra si è ricaricata, ha conquistato le quattro vittorie di fila, è rinata. I Percassi sono gente molto seria, l’Atalanta riflette la loro immagine e i loro progetti. A fine campionato cominceranno i lavori per il nuovo stadio: ho visto il progetto, sarà un impianto favoloso, la nostra bomboniera. Gli stadi sono il primo problema del calcio italiano che, grazie all’arrivo di Ronaldo, è tornato al centro dell’attenzione internazionale. Cristiano fa un gran bene a tutta la Serie A, penso che altri grandi campioni arriveranno, ma troppi stadi non sono all’altezza delle esigenze dei tifosi e anche sotto questo aspetto, Bergamo è destinata a diventare una felice eccezione. Io e Linda abbiamo comprato casa a Bergamo: quando avrò smesso, penso che continueremo a vivere qui. Amiamo i bergamaschi, il loro modo di vivere».

GAGLIARDINI E GLI ALTRI - Il centro sportivo Achille e Cesare Bortolotti di Zingonia è un gioiello dell’impiantistica sportiva. Parlo con il Papu poco dopo che l’Atalanta ha presentato un altro nuovo sponsor, il cui marchio apparirà sulla manica sinistra della maglia. Si chiama Authoma, azienda bergamasca leader in campo internazionale nel settore dell’automazione. Il gioco di parole nasce spontaneo. Caro Gomez, vedendovi in azione contro l’Inter, una delle vostre più spettacolari prestazioni degli ultimi anni, sembravate una squadra da playstation. Ogni automatismo ha funzionato alla perfezione, a cominciare dagli inserimenti dei difensori, con Mancini e Djimsiti in gol, per non dire di Hateboer. Dopo Juve e Napoli (26 gol a testa), avete il miglior attacco della Serie A (23). Ci spiega come avete fatto? «La risposta è: Gasperini. Questo allenatore è un fenomeno. In un anno e mezzo ha visto partire Gagliardini, Kessie, Conti, Caldara, Spinazzola, Petagna, Kurtic, per citare almeno sette uomini molto importanti nella stagione del quarto posto e del ritorno in Europa dopo ventisei anni. L’organico è cambiato radicalmente, ma Gasperini non ha cambiato le sue idee di un millimetro. Prima viene il gioco, un gioco sempre d’attacco che, si vinca o si perda, diverte chi viene allo stadio. Ci vuole tempo perché i nuovi arrivati assimilino gli schemi del tecnico, ma, quando li mandano a memoria, i risultati si vedono». Non c’è dubbio.

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