Bologna soffre ma il problema non è Rossi

Il "Cartellino rosso" di Vittorio Feltri sulle pagine di Tuttosport
Bologna soffre ma il problema non è Rossi© ANSA

Non si può dire che il Bologna, neopromosso in serie A dopo anni di purgatorio, si trovi molto bene in paradiso. È ultimo in classifica con tre miserrimi punti frutto di una sola vittoria e sette-sconfitte-sette. Come sempre accade nel magico mondo del pallone, la colpa del descritto fallimento viene attribuita all’allenatore (Delio Rossi), maestro di pedate con i fiocchi, cui è stata affidata una squadra che di fiocchi, invece, è totalmente priva, messa insieme all’ultimo momento, per disputare il campionato maggiore, senza un minimo di senso logico.

Cosicché il Bologna, pur disponendo di qualche giovane di belle speranze, non è attrezzato per competere con le consorelle impegnate a non retrocedere. Il suo gioco, a onta della dura legge dei numeri (della graduatoria), è brillante; a tratti è addirittura all’altezza di quello delle migliori formazioni. Ma ciò non basta, occorrerebbe che chi lo pratica avesse la necessaria esperienza allo scopo di non annegare in un bicchiere d’acqua ovvero alla prima avversità. Questo è il problema. Non si può pensare sia sufficiente avere alcuni buoni giocatori, sia pure ben diretti, per reggere il confronto con avversari spietati, pronti alla sofferenza e al sacrificio onde non farsi travolgere nella disperata lotta per la salvezza.

Il Frosinone, per esempio, non è superiore all’équipe di Delio Rossi, se non altro tecnicamente, ma ha in corpo una rabbia che solamente atleti navigati e animati dal desiderio di emergere possono avere.

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