Valdifiori: «Idolo Pirlo. Juve? Sarà durissima»

Il centrocampista dell'Empoli, reduce dal gettone con l'Italia di Conte: «Se penso che solo un anno fa giocavo in serie B, mi sembra un sogno ad occhi aperti: ma io sono fatto così, se devi sognare tanto vale farlo in grande»
Valdifiori: «Idolo Pirlo. Juve? Sarà durissima»© Ansa

EMPOLI - "Ce ne fossero di serate così". Mirko Valdifiori ha chiuso la sua serata azzurra con un auspicio sottovoce, ed è probabile che venga esaudito. Quando nel 2005 Marcello Lippi imbarcò sul suo aereo per gli States un gruppo di calciatori poco noti, li ribattezzarono i Lippi boys: erano giovani, con tanta fame e disposti a seguire il loro mentore fino in fondo. Erano Toni, Barzagli, Grosso. Diventarono campioni del mondo un anno dopo. Ora che Conte è costretto a ripercorrere i passi del suo vecchio allenatore, anche senza pretesa di emularlo nel risultato finale, Valdifiori è l'emblema della sua Italia di provincia. Che per l'occasione è una categoria dello spirito, oltre che un luogo geografico. "Ma chi l'ha detto che se vieni da quel calcio periferico in nazionale non puoi reggere l'impatto?", ha detto dallo Juve Stadium dove ha esordito e subito convinto, in nazionale, a 29 anni e con un solo anno di serie A nelle gambe, con l'Empoli.

 

CONTE E SARRI SIMILI - È cresciuto con Veron come modello e l'idolo Pirlo in testa ("il migliore al mondo: provo a rifare le sue giocate, a volte mi riescono altre no, ma la sua eleganza...") e ora si ritrova nel ruolo di "giovane" azzurro della nuova Italia. Dove la distinzione tra giovani e vecchi non ha a a che vedere con la carta d'identità, ma con un ricambio al quale il ct della rifondazione è obbligato. Sulla via di quella "scossa a tutto il movimento, con le buone o con le cattive" di cui ha parlato il commissario tecnico. "Conte mi ha caricato e dato grande fiducia dal primo momento: non lo dimentico", sottolinea Valdifiori. Provincia è bello, nelle mappe strategiche del nuovo ct, e non solo perché il calcio delle grandi parla soprattutto straniero. Provincia vuol dire lavoro e fatica, crescita costante e non isterica: una sorta di codice genetico del sacrificio, senza contaminazioni da luci della ribalta. Esattamente il calcio come lo sogna Conte. "Lui e Sarri si assomigliano - racconta Valdifiori, il sorriso più sorprendente della notte di Italia-Inghilterra - Due tecnici molto preparati, che chiedono di costruire il gioco da dietro e pressare alti: anche per questo non ho avuto difficoltà ad entrare nei meccanismi".

 

SOGNO AD OCCHI APERTI - Nella settimana più densa di polemiche e più velenosa della breve gestione Conte, il centrocampista nato e cresciuto nelle serie minori non ha ceduto al peso della pressione. "Le polemiche, sono sincero, non mi hanno toccato: per me era tutto nuovo ed entusiasmante, mi sono goduto ogni particolare a 360 gradi. Soprattutto, volevo dimostrare che ha torto chi dice che se giochi in provincia e hai poca esperienza internazionale o di alto livello, quando arrivi in nazionale soffri. Ho provato a giocare il mio calcio, ci sono riuscito: è questa la mia vera soddisfazione". Certo, se hai un buon tasso tecnico la domanda giusta è come mai qualcuno non se ne è accorto prima, non perché solo ora. A completare il quadro, un pizzico di ambizione: "Se penso che solo un anno fa giocavo in serie B, mi sembra un sogno ad occhi aperti: ma io sono fatto così, se devi sognare tanto vale farlo in grande".

 

SI TORNA ALLO STADIUM - La sorte del calcio gli offre ora un secondo passaggio allo Juve Stadium, sabato contro la capolista, e lui tranquillo: "Durissima, ma proveremo a prenderci qualche punto salvezza". Tanto Valdifiori sa cosa lo aspetta oggi, dopo la sua notte azzurra. "Sono certo che Sarri mi metterà sotto, come ogni giorno, come tutti gli altri compagni". E poi dicono la provincia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...