Neto, il figliol prodigo che esalta la Fiorentina

Contro la Roma una prestazione da applausi, prima che torni Tatarusanu e prima di dirsi addio...
Neto, il figliol prodigo che esalta la Fiorentina© Foto Pegaso
TORINO – A fine 2014 si era ritrovato nel girone dei reietti: dalla porta alla panchina, quando andava bene, se non direttamente in tribuna. Una caduta improvvisa, quella di Norberto Murara, meglio conosciuto come Neto. La colpa? Il rifiuto di rinnovare il contratto in scadenza con la Fiorentina, una scelta poco apprezzata dalla famiglia Della Valle e pagata con l'esclusione dal campo, quel campo conquistato grazie alla testardaggine di Vincenzo Montella. Il tecnico aveva infatti sempre creduto nelle qualità del brasiliano, difendendolo dalle critiche innescate da alcuni errori inspiegabili. E aveva raccolto i frutti della sua testardaggine in questa stagione, in cui Neto si stava imponendo per l'ottimo rendimento. Fino al 21 dicembre 2014, ultima apparizione da titolare prima di essere messo da parte. Il destino ci mette però sempre lo zampino, questa volta sotto forma dell'infortunio che pone fuori uso Ciprian Tatarusanu. In Europa League l'unico eleggibile – tra i giocatori di esperienza in casa viola – è proprio Neto. Il brasiliano zittisce le possibili critiche, risultando impeccabile contro il Tottenham. E si conferma sia in campionato sia in Coppa Italia, contribuendo a eliminare proprio quella Juventus che le voci di mercato indicano quale possibile destinazione a fine stagione. Indiscrezioni di cui Neto non si cura, compiendo il proprio dovere per intero. L'ultimo esempio, giovedì sera in Europa League, nel derby contro la Roma: prima il pareggio negato a Florenzi, quindi il rigore anato a Ljajic. Una prestazione da applausi, prima che torni Tatarusanu e prima di dirsi addio.

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