Serie A Fiorentina, Chiesa: «Essere giovani non è un alibi»

L'attaccante viola: «Mio padre? Siamo diversi, lui era una seconda punta, io un esterno»
Serie A Fiorentina, Chiesa: «Essere giovani non è un alibi»© LAPRESSE

FIRENZE - "Sono legatissimo a mio padre perchè ci tiene tanto. Tiene soprattutto al mio comportamento in campo, la parte tecnica la lascia all'allenatore e anche a me, perche' io devo imparare dai miei errori. Però sul comportamento quante volte mi ha ripreso. L'educazione dei miei genitori è stata fondamentale. La stessa cosa mia padre e mio padre la stanno facendo adesso con il mio fratellino che gioca alla Fiorentina, nei giovanissimi nazionali under 15 e quindi lo sto vedendo anche su di lui, di tenere sempre i piedi per terra, essere umili e lavorare tanto". Questo un estratto delle parole di Federico Chiesa ospite de "I Signori della Serie A", in programma domani, 27 ottobre, alle 23.30 su Sky Sport 1. "Somiglianza con mio padre? È pura genetica penso. È proprio una caratteristica di mio padre quella di buttarsi giù, di ingobbirsi un pò, l'ho presa da lui. Come giocatori, siamo completamente diversi. Io sono un giocatore di fascia, un esterno. Ho iniziato con Sousa con il 3-5-2, le mie prime partite in Serie A le ho fatte da 5° di destra. Quindi ho avuto un percorso diverso per arrivare in Serie A. Lui è una seconda punta. Tecnica, velocità, tiro in porta. Un giocatore completo. Ho guardato i suoi video e sono rimasto a bocca aperta perchè era un campione assoluto".

GIOVENTÙ - I viola hanno la rosa più giovane dell'intero campionato di Serie A: "I giocatori esperti li abbiamo, come Mirallas e Pezzella. Essere la squadra più giovane del campionato non è assolutamente un alibi. Quando non giochiamo bene, non è perchè siamo giovani, ma perchè non abbiamo dato abbastanza. Siamo giovani, forti, dinamici, abbiamo un gioco intenso e non dobbiamo far diventare l'età un alibi. E poi è bello essere in uno spogliatoio giovane perchè ci capiamo subito, abbiamo gli stessi hobby, condividiamo le stesse cose, la pensiamo allo stesso modo". Sulla Nazionale, di cui è una delle grandi speranze per il presente e il futuro: "Essere visto come un pilastro per me è un grande onore, è una grande emozione. Però io non la vedo così ancora. Sono giovane - spiega l'esterno della Fiorentina e della Nazionale -, devo imparare tanto e sono a disposizione di mister Mancini. Poi sarà lui a fare le sue scelte. Adesso mi vedo solo come un giocatore giovane che ha ancora tanta strada davanti e deve pensare partita dopo partita. Gli elogi da parte della stampa mi fanno piacere, però è importante non stare troppo a pensarci".

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