Serie A Genoa, Kucka: «Il mio incubo è finito»

Il centrocampista dei rossoblù: «Il successo sulla Juve dimostra che valiamo le prime posizioni»
GENOVA - Juraj Kucka è tornato. L'infortunio al ginocchio che lo ha tenuto fuori per quasi otto mesi è ormai solo un ricordo. Contro l'Udinese è arrivato un gol bellissimo (dopo quasi un anno di digiuno in rossoblù), un tiro dal limite di rara precisione unita alla potenza. Quasi una liberazione dopo il lungo stop. Una rete che ha chiuso definitivamente la sfida di domenica a Udine, con cui la squadra di Gasperini - al terzo successo consecutivo e al quinto risultato utile in fila - ha agganciato il quinto posto.

Un gol bellissimo, e cercato?
«Sono contento perché è uno dei gol più belli della mia carriera. Le reti come la mia o quella di Marchese sono importanti. Non possono segnare solo gli attaccanti e se i gol arrivano anche dagli altri dimostra che siamo una squadra con più soluzioni».

Una rete liberatoria dopo un lungo stop.
«Sono stato fuori otto mesi e non è stato un bel periodo, per fortuna è passato in fretta. Ho lavorato tanto e a maggio avrei potuto giocare, ma avrei rischiato troppo. Prima dell'infortunio avevo iniziato a giocare in avanti segnando anche due gol consecutivi, ma non mi accontento mai e voglio migliorare ancora. Pretendo molto da me stesso, partita dopo partita sto sempre meglio».

Dopo aver sconfitto la Juventus ripetersi non era facile: a Udine è stata la vittoria più difficile?
«Abbiamo subito dopo pochi secondi, ma sapevamo che c’era tempo per recuperare. Contro la Juve non se l'aspettava nessuno, per questo è stato molto bello. Questi nove punti nelle ultime tre partite ci hanno permesso di fare un salto in classifica molto importante».

State guardando la classifica?
«Sì, dopo Udine l'abbiamo vista tutti. Ma dobbiamo rimanere con i piedi per terra perché abbiamo giocato appena 10 gare. La graduatoria è corta, basta una sconfitta e ti ritrovi cinque posizioni più giù».

Eppure, visto il calendario nessuno ad agosto avrebbe scommesso su questa posizione.
«È vero: le prime cinque giornate erano difficili, questo significa solo che siamo una squadra forte e possiamo andare avanti molto bene».Ora siete attesi dalla trasferta di Cagliari, un campo che evoca brutti ricordi. «Quando sento nominare Cagliari penso subito all'infortunio (rottura del legamento del ginocchio, ndr). Ma ormai è passato quasi un anno e non ho più problemi».

Dove può arrivare questo Genoa?
«È presto, anche se serve sempre guardare avanti. Prendere gara dopo gara, dando il massimo. Credo che solo intorno alla trentesima giornata potremo fissare un obiettivo».

È un Genoa da prime otto?
«Ci sono tante squadre in pochi punti, ma penso che possiamo valere quel traguardo. La squadra è forte e sono dell'idea che alla fine dipenderà tutto da noi».

Dopo Cagliari, arriveranno le sfide contro Palermo e Cesena, teoricamente più sempici.
«In serie A non ci sono partite semplici. E ora pensiamo al Cagliari. La verità è che, grazie agli ultimi risultati, giochiamo con più leggerezza perché siamo forti anche nella testa. E ogni gara la affrontiamo per imporre i nostri valori».

La Juventus che avete battuto può vincere lo scudetto?
«Sì, è la squadra migliore, davanti a Roma e Napoli».

Per Kucka, il momento positivo nel Genoa si estende alla Nazionale slovacca, con tanto di rete alla Spagna e a Casillas.
«Siamo partiti molto bene nelle qualificazioni ad Euro 2016 battendo Ucraina, Spagna e Bielorussia. Ora dobbiamo battere Macedonia e Lussemburgo per avvicinare la qualificazione. Abbiamo una Nazionale forte, cresciuta rispetto al passato. Come qui al Genoa, anche nella Slovacchia siamo molto uniti e ogni volta che ci incontriamo c'è un bel clima».

Kucka è spesso al centro del mercato e le richieste non mancano: come vede il suo futuro?
«Non lo so ancora. Vedremo a gennaio, in fondo mancano soltanto due mesi».

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