Preziosi, mago del mercato

In 14 anni il patron del Genoa ha saputo scoprire campioni nel mondo ma senza dimenticare il vivaio: da El Shaarawy a Sturaro
Preziosi, mago del mercato© ANSA

TORINO - Enrico Preziosi è il centro motore del Genoa dal 2003. Re dei giocattoli, ha riportato la squadra in Serie A nel 2007 e, da allora, i rossobù non sono più retrocessi. Con lui il Genoa ha ritrovato anche le Coppe, qualificandosi per l’Europa League nel 2009, un piazzamento ripetuto nel 2015 salvo poi dover rinunciare alla competizione per il mancato ottenimento della licenza Uefa. Quello di Preziosi è sempre stato un rapporto di odio e amore con la città, con gli alti e bassi tipici di una squadra che deve fare i conti con la classifica e con i bilanci. Anche per questo il patron irpino ha deciso di aprire una trattativa per la cessione del club, con la possibilità che, nei prossimi giorni, si possa chiudere una storia lunga quattordici anni. Una storia che ha avuto volti e nomi precisi. A cominciare da quello di Gian Piero Gasperini, il tecnico che Preziosi ha preso dal Crotone nel 2006 e richiamato nel 2013 dopo un divorzio che si pensava definitivo. Anche qui, con alti e bassi, il rapporto tra tecnico e presidente è stato fondamentale per ridare dignità al Genoa: le salvezze si sono trasformate in piazzamenti sempre più prestigiosi come il quinto posto del 2009 e il sesto del 2015. In questi anni Genoa ha voluto dire bel calcio, fatto di velocità e idee, con divertimento. E Marassi è stato trasformato in un fortino complicato da conquistare, anche per le squadre di altissimo livello. Con il gioco ci sono stati gli interpreti. Preziosi e il suo team di collaboratori sono stati bravi ad andare a pescare talenti in giro per il mondo, soprattutto in Sud America. E in Argentina: Diego Milito su tutti, senza dimenticare Rodrigo Palacio. Poi c’è stata la capacità di rilanciare giocatori che si pensava ormai finiti. Basti ricordare Thiago Motta, finito in un cono d’ombra al Barcellona e ricostruito in rossoblù, al punto di diventare uno dei punti di forza dell’Inter e della Nazionale italiana, oggi ancora leader del Paris Saint Germain a 35 anni. E poi gli italiani. O, meglio, i ragazzi costruiti in casa e poi mandati nei grandi club. Gente come Stephan El Shaarawy, come Stefano Sturaro, come Domenico Criscito e come Rolando Mandragora. Il prossimo a compiere il grande salto sarà Mattia Perin, appena rientrato dall’ennesimo infortunio che ne ha rallentato - ma non limitato - la carriera: è presenza fissa in maglia azzurra. Poi toccherà a Pietro Pellegri e a Eddy Saicedo, fiori all’occhiello di un settore giovanile che ha sempre avuto in Preziosi il primo tifoso.

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